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“Spalla a spalla”, ecco la ricetta di Benitez per battere la Juventus e prolungare il filotto

Giorno di vigilia a Napoli. Domani arriverà al “San Paolo” la Juventus, la rivale di sempre. Da anni ormai la sfida contro i bianconeri rappresenta molto più di una semplice partita di calcio, è uno scontro tra due tifoserie divise per storia e mentalità. La Juventus, insomma, è la squadra da battere. Ma come si vince contro una compagine che ha dominato gli ultimi tre campionati di Serie A? Chiedetelo al Napoli. Sono infatti passati 15 anni dall’ultima vittoria dei bianconeri a Fuorigrotta. Negli ultimi due scontri ufficiali gli azzurri hanno trionfato altrettante volte, conquistando anche la Supercoppa italiana a scapito dei bianconeri.

Ma basteranno le statistiche? No. Quindi riproponiamo la domanda: come si batte la Juventus? Stavolta la risposta è contenuta nella filosofia di Rafa Benitez. Spalla a spalla, tutti insieme, come un vero gruppo.

Si vince solo se si resta uniti. Più volte Rafa ha espresso questo concetto, ma stavolta vale doppio. La mente dei tifosi partenopei corre subito a Doha: lì il Napoli ha dimostrato la vera forza di un gruppo unito. Come avrebbe potuto una squadra spaccata riuscire a rialzarsi da una situazione così disperata, con il vantaggio della Juventus dopo appena 5 minuti? Certo, gran parte del compito fu svolto da Higuain, vero leader di questa squadra, ma il lavoro di tutto l’undici non va sottovalutato.

Si vince insieme, si perde insieme. E infatti le critiche di inizio stagione non hanno risparmiato nessuno. Ma il momento buio è passato e ora il gruppo è tutto concentrato verso la Juventus. Si, il gruppo. Non Higuain, non Callejon, non Hamsik. Tutti insieme. Con i tifosi, gli stessi che domani inonderanno di amore ed emozioni un “San Paolo” tutto esaurito, gli stessi che per l’allenamento ad inizio mese si sono catapultati in 25.000 sugli spalti. Solo così la Juventus può essere battuta e prolungare un filotto per scalare la classifica. Sempre e solo tutti insieme.

Vittorio Perrone

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Vittorio Perrone