Da ultimo arrivato a titolarissimo quasi intoccabile c’è un profondo abisso che passa per tre elementi: umiltà, lavoro e sacrifico. E’ questo il riassunto degli ultimi sei mesi in azzurro di Walter Gargano, tornato all’ombra del Vesuvio la scorsa estate senza troppi proclami. Anzi. L’ambiente e soprattutto i tifosi, erano molto scettici sul rientro al club partenopeo del mediano, che in un passato non troppo remoto aveva speso bellissime parole d’amore per l’Inter. Un’onta troppo grande per essere cancellata e messa da parte dai supporter, che hanno sperato fino all’ultimo minuto del mercato, che Benitez lasciasse partire l’uruguagio.
IL COLPO DI SCENA. Ma Benitez ha sempre abituato tutti ai colpi di scena: non solo una convintissima conferma ma un’immensa fiducia che si rinnova con il tempo e con la grande verve di un giocatore che, ogni qual volta chiamato in causa, dà il massimo trascinando squadra e compagni. Tra le ultime prestazioni al top, quella di Doha contro la Juventus in Supercoppa, con un rigore trasformato durante la lotteria finale e tanta qualità e carattere.
LE SCELTE DI BENITEZ. I tifosi iniziano ad amarlo, l’ambiente si complimenta: Gargano è un giocatore rinato. Ma soprattutto Benitez, è sempre più soddisfatto del lavoro del suo giocatore, non riuscendo più a privarsene e lasciando persino spesso in panchina un veterano come Inler. Proprio oggi, le parole di conferma del tecnico partenopeo alla domanda del direttore di SpazioNapoli Antonio Manzo: “Gargano è un giocatore molto importante per noi, un professionista esemplare ed un vero lottatore in campo, dà sempre il massimo. Se può diventare capitano? La nostra regola è che la fascia vada ai veterani ma dopo Hamsik e Maggio c’è sicuramente lui” .
Insomma, parole non da poco che confermano quanto il mediano sia importante non solo per l’assetto tattico del Napoli ma anche per dare la giusta spinta per la seconda parte di una stagione dai grandissimi obiettivi da raggiungere. Una cosa è certa: i partenopei si tengono stretti il Mota, pronti a blindarlo anche per il futuro.
Alessia Bartiromo
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