Una coppa che tutti snobbano ma che nessuno vuole perdere. Questa è la Coppa Italia. Squadre spesso imbottite di secondo linee nella prime fasi ma in fondo tutti cercano di vincerla.
Napoli campione in carica dopo la vittoria della scorsa edizione ai danni della Fiorentina nella triste serata che coincise con il ferimento di Ciro Esposito. Un pensiero non può che andare al tifoso partenopeo nel ritorno al campo giocato della squadra azzurra. Coccarda in petto e sguardo alla finale.
Sulla strada degli uomini di Benitez c’è l’Udinese di Stramaccioni. I bianconeri scelgono la linea giovane mandando in campo una squadra inedita. Thereau a guidare l’attacco di fianco al giovane Jaadi. Nel Napoli dal primo minuto il neo acquisto Gabbiadini. Esordio per il giovane attaccante bergamasco nel San Paolo quasi deserto e sotto una pioggia copiosa.
Occasione sprecata – Il Napoli potrebbe virare al primo soffio di match. Dopo appena due minuti è Dries Mertens a presentarsi dagli undici metri e la sfida potrebbe assumere subito altre proporzioni. Il belga non è in un bel periodo e se ce ne fosse ancora bisogno questa ne è un’ulteriore prova. Conclusione centrale e palla che colpisce la traversa a Scuffet battuto. Tutto da rifare. Sfida sonnacchiosa che vive di rare accelerazioni e bel calcio. L’Udinese risponde all’occasione sprecata dal Napoli tentando di approfittare dei soliti orrori difensivi. Il marocchino Jaadi di poco in ritardo per il tap-in su un cross rasoterra che taglia l’area azzurra. Voglioso Gabbiadini che cerca di mettersi in luce nonostante alcuni meccanismi del modulo benitezziano gli siano ancora oscuri. Ottimo l’inserimento in area di rigore al minuto nove per il colpo di testa deviato in angolo da Scuffet. Napoli voglioso ma che vive di sprazzi. Udinese che attende nella propria area l’errore degli azzurri. Henrique e Britos spesso sembrano pattinare sul ghiaccio e con un paio di scivoloni sul campo inzuppato (ma nonostante tutto perfetto) per poco non mandano in porta i friulani. La conta dei legni azzurri al trentacinquesimo si arricchisce ancora. Sfortunato Gargano che con un tiro deviato dalla distanza avrebbe potuto coronare un bel primo tempo (condito da applausi dei pochi tifosi azzurri). Poche le occasioni ma Napoli che avrebbe meritato il vantaggio.
Rigore ed espulsione – Il binario del primo tempo sembra una corsia preferenziale anche per la seconda frazione di gioco. Napoli in attacco e friulani che attendono per ripartire in contropiede. Bruno Fernandes si ricorda di qualche sgarbo fatto ai partenopei e prova a saggiare la concentrazione di Andujar. Attento il portiere argentino a respingere la conclusione del portoghese. Il Napoli si desta dal torpore dell’intervallo e riprende a macinare gioco con un’intensità maggiore come tanto piace a Benitez. Fianco prestato al contropiede ed azzurri che vengono colpiti da Thereau alla prima vera occasione bianconera. La solita brutta abitudine. Il vantaggio degli uomini di Stramaccioni dura però appena sei minuti. Nel periodo nero degli arbitri italiani il rigore per trattenuta su Duvan sembra quantomeno generoso. A presentarsi dal dischetto questa volta è l’italo/brasiliano Jorginho. Non fallisce il centrocampista che torna al gol e ristabilisce la parità. Gli episodi cambiano le partite e questa sera sembrano a favore del Napoli. Mertens vive di fiammate e quando punta Widmer lo svizzero va in affanno. Orsato vede gli estremi per la seconda ammonizione e l’elvetico finisce sotto la doccia in anticipo. Il resto è un inutile forcing azzurro senza frutti nella girandola dei cambi e la grande parata di Andujar sul solito Fernandes.
Le emozioni non sono finite ed i tempi supplementari riservano ancora tanto in una sfida che sembra interminabile. Quando segna Hamsik e con l’Udinese in dieci la sfida sembra finita. Il Napoli ha fatto però i conti senza il solito Kone. Altro giocatore che ha un conto aperto con i colori azzurri, il greco insacca dal limite dell’area colpevolmente indisturbato. Benitez prova la carta Higuain per scongiurare i rigori ma nel gioco delle parti è ancora Andujar a salvarci sul solito Kone. Il pipita però avrà tempo per regalarci il prossimo turno.