Rafa Benitez resterà a Napoli? Il tormentone ormai è iniziato, e le voci si susseguono numerose. Intanto proviamo a immaginare il suo successore, analizzandone i fattori positivi e quelli negativi che potranno influire nella scelta di De Laurentiis. Il numero uno partenopeo su una cosa è stato ben chiaro: il Napoli continuerà nel suo processo di internazionalizzazione. Che attenzione però, non significa per forza l’avvento di un nuovo tecnico straniero.
Oggi poniamo l’attenzione su Jurgen Klopp e Luciano Spalletti. Entrambi rappresenterebbero per il Napoli un chiaro segnale di voler puntare molto in alto.
KLOPP
PERCHÈ SÌ – Due Bundesliga, una Coppa di Germania e due Supercoppe, oltre ad una finale di Champions League persa a Wembley contro i fenomeni del Bayern Monaco. Il suo palmarès è un biglietto da visita invidiabile. Ma più che i trofei, resta nella mente il modo in cui ha fatto giocare il Borussia Dortmund. Il suo 4-2-3-1 rappresenterebbe una linea di continuità con Rafa Benitez, la sua esperienza a livello internazionale un valore aggiunto. Insomma, il Napoli andrebbe sul sicuro con il tecnico tedesco, dipinto dai suoi calciatori come un allenatore ideale, che sa usare bastone e carota a seconda delle necessità. Ha una percentuale di vittorie del 49,4 %, 23,6% di pareggi e 27,0% di sconfitte.
PERCHÈ NO – Il contratto innanzitutto. Legato al Borussia Dortmund fino al 2018, guadagna 6 milioni di euro a stagione dopo l’ultimo rinnovo. Sebbene questa stagione sia, al momento, molto deludente, ha detto di voler restare a Dortmund anche in caso di retrocessione. Il suo futuro sembra comunque su una panchina di un top club europeo.
SPALLETTI
PERCHÈ SÌ – Il tecnico toscano, nella sua carriera da allenatore, può vantare una grandissima esperienza in Serie A. Dopo alcune stagioni in continua lotta per la permanenza in Serie A con Empoli e Sampdoria, nel 2005 portò l’Udinese alla sua prima qualificazione in Champions League; successivamente, alla guida della Roma è diventato l’avversario principale dell’Inter di Mancini per lo scudetto ed inoltre, sempre con i giallorossi, ha vinto due Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana. Dopo l’esonero con la Roma, Spalletti è approdato in Russia sulla panchina dello Zenit dove tra Campionato e Champions League ha acquisito una buona esperienza nel calcio internazionale che gli ha permesso di arricchire anche il palmarès personale. E per una squadra come il Napoli, che punta ad ambire a grandi traguardi anche in Europa, è un aspetto da non sottovalutare. Ha giocato spesso col 4-2-3-1, modulo sul quale Benitez ha plasmato il suo Napoli. Con un possibile approdo sulla panchina azzurra, avrebbe una rosa con elementi validi e forgiati sulla sua idea di calcio. È un allenatore che si è fatto sempre rispettare ovunque abbia militato. Persona credibile e di carattere, ha tutte le carte in regola per continuare il progetto di De Laurentiis.
PERCHÈ NO – L’ultima partita allenata in A risale al 2009: da allora il campionato italiano si è evoluto tanto nei modi di fare e giocare, ma ciò non dovrebbe risultare un problema per lui. Un ostacolo importante potrebbe essere rappresentato dall’ingaggio. Spalletti è sempre stato legato a contratti molto cospicui: con lo Zenit guadagnava 4,5 milioni a stagione, un milione in più di quanto ne guadagni Benitez al momento.
2 – Continua (Clicca qui per leggere la prima parte)
A cura di: Vincenzo Balzano, Vittorio Perrone, Luigi Fervide
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