Nel calcio, così come negli altri sport di gruppo, le squadre vivono dei colpi dei loro campioni. Più ne sono, più aumentano le possibilità di fare bene: è un’equazione talmente elementare che non andrebbe nemmeno sottolineata. E invece occorre farlo. Perchè può servire a capire come una squadra, e nella fattispecie il Napoli, non debba basare le sue fortune su un solo giocatore. Avere più frecce al proprio arco, diversificare le proprie possibilità di colpire, è una nota di merito. Che a volte può anche far sorgere delle incomprensioni; come sminuire un giocatore del talento di Marek Hamsik, ad esempio. Lo slovacco avrà pur sofferto il passaggio da Mazzarri a Benitez – ma più per colpa dell’infortunio patito l’anno scorso che per motivi tattici, basta ricordare l’inizio scoppiettante della stagione 2013-’14 – ma quest’anno sta avendo un rendimento tutto sommato lineare; se non ottimale, certo non tale da poter parlare di crisi.
I NUMERI – 6 gol, 8 assist in stagione, finora. Ai quali si aggiungono, nello score personale, altre due reti e un altro assist con la maglia della Nazionale. E un’altra peculiarità dello slovacco è quella di aver segnato in tutte le competizioni, fatta eccezione per la Supercoppa: una rete e un assist nei preliminari Champions con l’Athletic Bilbao; due gol e due assist fra andata e ritorno in Europa League con lo Slovan Bratislava; doppietta al Verona e cinque assist in Serie A; un gol con l’Udinese (e il rigore trasformato) in Coppa Italia; due gol con la Bielorussia e un assist nelle qualificazioni a Euro 2016. Insomma, i numeri sono in linea con il ruolo: avrebbe potuto fare di più, questo è chiaro, ma le accuse che vengono mosse nei suoi confronti non tengono nel debito conto il contesto nel quale vengono mosse.
GIOCATORE DIVERSO – Che è un contesto assolutamente diverso rispetto al quale Hamsik si esprimeva prima dell’avvento di Benitez. Con Mazzarri in panchina il Napoli viveva soprattutto dei gol di Cavani, oggi non è più così: con il tecnico spagnolo il gioco si sviluppa diversamente, mettendo tutti nelle condizioni di andare a segno. Basta guardare le statistiche dell’anno scorso per accorgersene. E anche in questo campionato Higuain ha messo a segno 10 reti, Callejon 9, Zapata 4, de Guzman 3, Mertens 1, Inler 1, Insigne 1, Koulibaly 1. Questo dicono i numeri, freddi ma veritieri. Poi si può guardare anche al rendimento e al modo di giocare che è cambiato, oltre alle reti segnati e agli assist per i compagni. E in questo caso si nota facilmente come Hamsik sia sempre nel vivo della manovra, toccando molti più palloni rispetto al passato e per forza di cose sbagliandone qualcuno di troppo. Chiedergli di più è lecito, parlare di crisi o di giocatore non più utile a questo progetto, è un tranello da evitare assolutamente.