E’ strano il destino, agisce di nascosto e sfodera l’arma vincente. L’ha fatto con il Napoli, complici Benitez e Bigon, portando in azzurro un olandese prezioso, capace di stravolgere ogni piano. L’olandese in questione porta il nome di Jonathan, De Guzman per l’esattezza. Senza tropo clamore, nelle calde giornate del mercato estivo. Un vero jolly per Rafa Benitez, l’ex Villareal, ha saputo guadagnarsi silenziosamente e a piccoli passi la fiducia del mister, ampiamente ripagata dalla prima buona occasione. L’olandese, nato in Canada, ha stregato compagni e mister a colpi di gol, quelli inaspettati che Rafa in allenamento più volte ha provato a spiegargli. “Se non attacchi l’area, in Italia i gol non li farai mai”, gridava lo spagnolo sui campi di Castel Volturno, ma Jonathan non si è perso d’animo ed ha imparato la lezione.
Succede che all’esordio ufficiale in maglia azzurra confeziona una meraviglia con cinismo e testardaggine e regala i tre punti agli azzurri. Entra e segna, come non ci fosse nulla di più semplice. La vittoria di Marassi porta la sua prima firma, niente male per uno arrivato in Italia da poco più di un mese. Meno di mezz’ora per affacciarsi ogni volta nelle gare a venire. Da esterno o da seconda punta, per Benitez la differenza è poca. Un assaggio di partita per accrescere responsabilità e tatticismo di gioco, così come per Mertens lo scorso anno. L’olandese mostra carattere e tanta fame, intelligenza e voglia di giocare. Rafa lo accontenta riservandogli un posto da titolare nelle gare europee: Slovan, ma soprattutto Young Boys, finito per eccellenza nel mirino del trequartista. In un mese colleziona 207’ e 5 gol, mettendo a segno la sua prima tripletta in azzurro contro gli svizzeri, una rete con il Cagliari nello sterile pareggio del San Paolo e una preziosa che regala al Napoli un punto contro l’Empoli di Sarri, impostosi inizialmente con un doppio ed inaspettato vantaggio. E’ un Novembre di fuoco, che candida l’olandese ad un posto da titolare, complice l’infortunio di Insigne e la momentanea assenza di Mertens reduce dal colpo alla testa subito con la nazionale belga.
E’ suo il posto sulla fascia anche nella finale di Pechino, come l’assist al bacio per il Pipita inventato dall’out sinistro. Non si placa l’estro dell’olandese, che scala la gerarchie e si esalta con le parole del suo mentore Rafa. Perfino il capitano siede in panchina per cedergli un posto, mentre il belga si fa venire i mal di pancia per aver perso la maglia da titolare. Fino all’esordio del 2015, che vede invece l’olandese in fase di trasformazione: da cecchino a sprecone. Il centrocampista azzurro, dopo una gara sottotono con il Cesena, sbaglia ripetutamente: prima con la Juve, poi con il Genoa. Un flash che si ripete a distanza di due settimane e lo stesso errore solo davanti a Buffon e Perin. Sembra aver dimenticato i gesti semplici del passato, ma non scalzerà di certo la maglia da titolare dal suo petto, in attesa di tornare ancora a gonfiare la rete.
Articolo modificato 28 Gen 2015 - 15:36