Il campo. È quello che manca di più. Del resto per uno nato con il pallone tra i piedi come potrebbe essere diversamente? Insigne scalpita, non vede l’ora di riprendersi il Napoli. Il suo Napoli. Sono trascorsi ormai quasi tre mesi da quella maledetta partita con la Fiorentina, un saltello per rubare il tempo a Savic, e il crociato anteriore destro che fa crac. Ma non è tipo da arrendersi il talento di Frattamaggiore. Sin dal giorno dopo l’operazione a Villa Stuart infatti ha avuto in testa un solo obiettivo: tornare il prima possibile protagonista. E sì, questo era diventato Lorenzo prima dello stop forzato. Protagonista dentro e fuori dal campo, sempre pronto a regalare un sorriso ai compagni. Stretto dall’affetto della moglie Jenny e dalla famiglia, il talento azzurro ha sempre sentito vicino anche il sostegno dei tifosi. Non a caso nei primi giorni post infortunio non ha mai mancato di mandare messaggi al pianeta azzurro dal suo profilo twitter, dichiarando: “nella sua gravità, questo infortunio mi ha dato l’opportunità di comprendere e sentire a pieno il calore di tutte le persone che mi hanno manifestato affetto e dei tifosi napoletani. Ho ricevuto tantissimi messaggi emozionanti e bellissimi attestati di stima che mi daranno ancora maggiore coraggio e determinazione per tornare in campo più forte di prima“. La forza di volontà quindi. Quella non fa certo difetto al ragazzo di Frattamaggiore.
Il campo – Se è vero che a Insigne è mancato il Napoli di certo non si può dire che lui non sia mancato al Napoli. E già, dopo il primo anno di luci e ombre con Benitez infatti, il Magnifico era riuscito a conquistare la stima dello spagnolo e di tutti i tifosi azzurri grazie alla sua tecnica ma anche (soprattutto) al suo spirito di sacrificio in un ruolo che, nei primi tempi, aveva dimostrato di non sentire “suo” , ma che ha poi imparato ad interpretare anche grazie alle continue “lezioni” del tecnico spagnolo. Nel cui disegno tattico Insigne era diventato ormai titolare fisso. Sì , quasi sempre più lui e sempre meno Mertens, il “nemico carissimo” con il quale ha sempre dovuto “lottare” per quel posto lì a sinistra, nel tridente di Rafa. Da interpretare secondo il tecnico spagnolo non solo in chiave offensiva, ma anche in fase di copertura. Ed è lì che forse più che in attacco si è sentito il “peso”dell’assenza di Insigne. Fantasia e rincorsa quindi. Questo è (diventato) Lorenzo per il Napoli.
Sacrificio dunque. È nel destino di chi non ha un fisico da corazziere ma talento da vendere.
Ritorno in campo previsto(già) per metà Marzo. A tempi di record. E allora vamos Lorenzo, “sin prisa pero sin pausa” come ama ripetere il suo allenatore. Per riprendersi tutto, il Napoli , il San Paolo, la Nazionale.
Articolo modificato 30 Gen 2015 - 20:34