Ma cosa scriverà Benitez su quel taccuino?

Nulla lasciato al caso. Tutto studiato alla perfezione dal team azzurro. Non il team che scende in campo ma quello seduto in panchina dietro taccuini ed appunti. Il capo è Rafa Benitez, tecnico scafato che non scopriamo oggi, dietro di lui uomini fidati che hanno seguito l’allenatore madrileno per l’avventura partenopea.

Lavoro certosino su ogni singolo uomo della rosa con l’intento di migliorarne i pregi e correggerne i difetti. Un lavoro difficile ed importante per far rendere al meglio gli uomini messi a disposizione. Il mercato per colmare le lacune e per piazzare tasselli importanti nel puzzle finale.

Un team di lavoro attento a studiare ogni singolo particolare, a studiare l’avversario nei minimi particolari per capirne i punti deboli e colpirli sistematicamente.

Strinic un colpo piazzato non a caso per colmare il buco sulla fascia sinistra lasciato da Zuniga prima e Ghoulam poi. Gabbiadini scelto per le sue caratteristiche fisiche e tecniche. De Guzman prima di loro, acquisto passato quasi inosservato così come David Lopez ma poi risoltisi come autentici diamanti seppur grezzi.

“Specchio, specchio, specchio…” queste le parole di Benitez sul giocatore olandese spesso poco incisivo sotto porta e tartassato in allenamento per migliorare la mira. Un peccato trovarsi lì e poi fallire più e più occasioni.

Un lavoro certosino per salire sempre di più, per continuare a migliorarsi dentro e fuori dal campo. Lavoro continuo con o senza Benitez per puntare a rimanere per anni nel calcio che conta.

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