“Abbiamo perso qualche punto per strada ma questo non si può cambiare, perciò dobbiamo concentrarci sul futuro”. Tutta la stagione del Napoli, signore e signori, può essere riassunta in questa frase pronunciata oggi in conferenza stampa da mister Benitez.
Lo spagnolo, che dopo la vittoria di Verona ha dimostrato (se ce ne fosse ancora bisogno) di essersi adattato finalmente al campionato italiano, ha pronunciato le parole magiche: come a dire “il secondo posto ce lo giochiamo, ma quel che è stato è stato”. Parafrasando in napoletano, “Surdammoce ‘o passato, simmo ‘e Napule, paisà”.
Perché è inutile andare a piangere su tutti i punti persi quest’anno, non faremmo altro che essere maledettamente presi dal rimorso. E, allora, facciamolo, ma per l’ultima volta. Partiamo dal principio: dal solito 0-1 in casa col Chievo. 3 punti gettati nelle ortiche, a rilanciare il motto della bestia nera (o gialla) al San Paolo. Vogliamo parlare del 3-3 contro il Palermo, in casa, mentre eravamo sul 3-1 a metà primo tempo? Altri due punti gettati al vento. E fanno cinque. E la sconfitta a Udine, su erroraccio di Koulibaly? Altri 3 punti, o forse 2, persi per strada. Ma la strada dei rimorsi, appunto, è ancora lunga.
Il big match serale con l’Inter, ad esempio, dove ci siamo fatti riacciuffare al 92esimo da Hernanes, su solito errore difensivo. Altri due punti persi: e sono sette. E l’1-1 a Bergamo, con l’Atalanta? Ne vogliamo proprio parlare? Vogliamo ricordare davvero l’errore a venti centimetri dalla porta di Callejon, o il rigore fallito da Higuain? Altri due punti in meno: e fanno nove. E il 3-3 col Cagliari, sempre al San Paolo? Per non parlare del 2-2 con l’Empoli? Fanno altri 4 punti da mettere nel bottino magico delle fantasticherie azzurre. E fanno tredici.
La sconfitta di Milano, con il Milan di Inzaghi non la inseriamo perché non fa testo: gli azzurri giocarono troppo male per meritare almeno un pareggio. Ma le altre partite? Tutti i punti che abbiamo gettato al vento? Si tratta di gare che il Napoli poteva e doveva chiudere diversamente. 13 punti in più (tredici) rispetto ad ora: ci viene solo il mal di testa a pensarci. E senza fare miracoli di nessun genere. Insomma, sappiamo benissimo che le partite vanno diversamente da come ce le aspettiamo, che nel calcio nulla è scontato e che lo sport è bello per questo.
Prometto che è l’ultima volta che mi faccio afferrare dai rimorsi. Il fatto è che con 13 punti in più, a quest’ora, saremmo primi. Ma so che non serve a nulla. Mi consolo con le parole del saggio Benitez che, venuto dalla Spagna, mi ricorda (ancora una volta) il famoso ritornello napoletano: “Scurdammece o’ Passato, simm e Napule paisà”. Come a dire: quel che è stato è stato. Pigliamoci ‘sto secondo posto e pensiamo all’anno prossimo. Che le altre non è che stiano messe molto meglio…
Raffaele Nappi
Articolo modificato 3 Feb 2015 - 21:52