La doppia cifra in azzurro gli manca dalla stagione 2012-2013. 11 reti in campionato, il solito apporto di gol al servizio della squadra per Marek Hamsik. E ancora, erano stati 12 nell’anno precedente, 13 in quello prima ancora e così via. Fino ad arrivare ai 10 gol della prima stagione in azzurro, quell’ormai lontano 2007-2008 del ritorno del Napoli in Serie A.
Hamsik e la doppia cifra, dunque, un legame apparso indissolubile fin dagli albori della sua avventura partenopea spezzato, però, la scorsa stagione. Era partito bene: due reti al Chievo alla prima giornata, quasi a voler rimarcare la propria identità di centrocampista col vizio del gol. Si fermerà a sette, dopo un lungo digiuno perdurato mesi.
Quest’anno ha messo a segno 6 reti (2 in campionato) ma più che altro ha impressionato, in maniera particolare nell’ultimo periodo, per la capacità di mandare a rete i compagni. Gli assist, infatti, potrebbero regalare al calciatore slovacco quella doppia cifra tanto agognata. Sono 9 fino a questo momento (l’ultimo splendido per il gol di Manolo Gabbiadini contro l’Udinese), frutto di un Hamsik ritrovato, più in palla, pimpante e nel vivo del gioco azzurro.
Nelle ultime uscite il capitano ha destato ottime sensazioni. Si è staccato numerose volte dalla sua area di competenza, quella trequarti che spesso è sembrato come imbrigliarlo, per giocare il pallone già nella mediana, duettare con i centrocampisti e lanciare palla per l’attaccante in profondità. Una veste nuova per Marek, nell’inedito ruolo di elastico, per sfruttare al meglio tutte le sue qualità. E chissà che non raggiunga due doppie cifre, tornando anche ad essere il goleador d’un tempo.