Una disfatta, più che una sconfitta. Il Napoli che cade al Barbera lo fa nel peggiore dei modi, fermandosi dopo quattro vittorie consecutive e allontanandosi (difficile ipotizzare un risultato negativo della Roma oggi) dal secondo posto.
RAFAEL, NON VA – Premessa: dire che la sconfitta azzurra porta la firma del portiere brasiliano, sarebbe esagerato. Ma nel calcio, come in tutti gli sport, l’aspetto psicologico è spesso fondamentale. E dopo la partita di ieri torna in ballo a maggior ragione: per Rafael, innanzitutto. Perché quello del Barbera è il secondo errore consecutivo, dopo quello – per fortuna indolore – contro l’Udinese. Le critiche continue cui è stato sottoposto il portiere non hanno sortito un buon effetto sulla sua prestazione. Metterlo costantemente in dubbio non fa altro che acuire le insicurezze di un portiere che, dopo l’infortunio dell’anno scorso, sembra non essersi mai ripreso. Ancora: le due buone prestazioni di Andujar in Coppa Italia hanno probabilmente minato le sue certezze. Ma l’aspetto psicologico può servire anche a giustificare quanto accaduto dopo alla squadra: subire un gol come quello di Lazaar, e dopo poco il raddoppio di Vazquez al secondo tiro in porta del Palermo, spezza le gambe. C’è poco da fare.
ERRORE DI VALUTAZIONE – Come ogni problema, bisogna andare a monte per capirne la vera essenza. Nella scorsa stagione Rafael aveva fatto intravedere le sue doti, partendo come secondo di Reina e poi prendendosi la maglia da titolare a cavallo del periodo natalizio, a causa di un infortunio del portiere spagnolo. Memorabili alcune sue parate, negli occhi ancora impressa la notte di Europa League contro lo Swansea, quando tenne a galla il Napoli sotto i colpi dei gallesi, prima di rompersi i legamenti del ginocchio. Un infortunio subdolo, soprattutto per un portiere; un prezzo troppo alto quello che sta pagando Rafael ancora ora. E qui c’è l’errore del Napoli: tralasciando la questione Reina, quest’estate il club avrebbe dovuto concedere al brasiliano di tornare a giocare in una squadra con meno pressioni, dandolo in prestito per consentirgli di recuperare il contatto con il campo e la migliore forma psicofisica. Oggi invece si è davanti a un bivio: spedire Rafael in panchina, perdendolo definitivamente a livello psicologico, o continuare a farlo giocare, in un ambiente che però non gli perdonerà più niente. L’alternativa, Andujar, ha dimostrato contro Udinese ed Inter di essere affidabile. La scelta è quanto mai difficile. Ma su questa scelta, probabilmente, il Napoli si gioca una grande fetta di futuro.
Articolo modificato 15 Feb 2015 - 00:13