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Il solito difetto di personalità: il Napoli inizia a giocare solo se ritrova fiducia. Ma serve un approccio diverso

Il pareggio ottenuto ieri sera all’Olimpico è di certo un ottimo risultato in vista del ritorno: il Napoli ha messo una seria ipoteca sulla conquista della seconda finale consecutiva di Coppa Italia, la terza in quattro anni. Ma non è tutto oro quel che luccica: la partita con la Lazio di Pioli ha messo in risalto ancora una volta antichi difetti.

APPROCCIO – Dopo la scialba prestazione di Torino, ci si attendeva una reazione da parte degli azzurri, che è arrivata soltanto a metà. Anche ieri la squadra non è entrata in campo con il piglio giusto, prova ne sia il palo colpito da Klose, dopo soli 8′ di gioco, ancora su una situazione di palla inattiva. Tanti errori anche in fase offensiva, dove gli interpreti sono stati spesso precipitosi, trovando sempre la soluzione sbagliata al passaggio o al tiro. Il vantaggio della Lazio è stato così quasi automatico: Felipe Anderson si fa venti metri palla al piede senza essere contrastato dai centrocampisti azzurri, serve un filtrante per il taglio di Klose che Albiol segue pure, ma senza nemmeno provare a contrastarlo. Due errori madornali nella stessa azione hanno messo in risalto ancora una volta le pecche del Napoli a centrocampo e in difesa. Sembrava un copione già scritto, per fortuna tutto è cambiato nella ripresa.

FIDUCIA – Nel secondo tempo gli azzurri sono entrati in campo con un piglio diverso. Un colpo di testa di David Lopez, finito sulla parte superiore della traversa, ha cominciato a ridare fiducia alla squadra. Annusato l’odore del sangue, il Napoli ha capito di poter azzannare la preda: il gol di Gabbiadini è stato una logica conseguenza di un’aspettativa ritrovata. Da quel momento in poi la squadra di Benitez ha ripreso in pugno la partita, e avrebbe anche potuto vincerla se avesse rischiato qualcosa in più. Poco male comunque, considerato il ritorno al San Paolo. Ma il match di ieri ha dimostrato una volta di più quanto fondamentale sia l’aspetto psicologico. Gli azzurri hanno ricominciato a giocare solo dopo aver ritrovato fiducia in se stessi, nella ripresa, man mano che hanno capito di potercela fare. Una grande squadra prova a mettere in difficoltà gli avversari sin dal primo minuto: al Napoli non sempre riesce. Questo è il difetto di personalità tirato in ballo tante volte da Benitez.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

Articolo modificato 5 Mar 2015 - 10:28

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