Un argentino e un bergamasco, coppia insolita, ma legata da un’affinità elettiva, fatta di lampi di classe e intelligenza calcistica. In poco più di un mese Manolo Gabbiadini ha conquistato tutti, dall’alto di un impatto in azzurro sorprendente. Le doti del giovane prodotto del vivaio atalantino erano palesi, ma i cinque sigilli in azzurro hanno attestato qualcosa in più, un bagaglio fatto di personalità e spessore, che hanno permesso all’ex Samp di essere protagonista in maglia azzurra in un batter di ciglia. Imprescindibile, probabilmente il giocatore più in palla dell’intera truppa di Rafa Benitez.
Coppia d’oro – Ad accoglierlo, negli ultimi venti metri, il Pipita, Gonzalo Higuain, in un incontro fatto di giocate sopraffine e lampi improvvisi. Tagli, veli, inserimenti, assist al bacio, il tandem Gonzalo-Manolo ha praticamente sparigliato carte e gerarchie nel già importante, e ricco di alternative, pacchetto offensivo azzurro. Questione di feeling, certo, un assioma quando ad incontrarsi sono giocatori di qualità simili, in grado di vedere la porta con freddezza, cattiveria, ma di cercare con altrettanta fortuna la giocata per i compagni, a supporto della fase offensiva. Da Trebisonda all’Olimpico la sinfonia è rimasta costante, una coppia imprevedibile che però riesce a garantire certezze a profusione. Una simbiosi con Napoli come centro nevralgico, con l’argentino fu amore a prima vista, identico discorso per Gabbiadini, ammaliato di primo acchito dall’irresistibile fascino di Partenope, come dichiarato recentemente dal suo agente, Silvio Pagliari(leggi qui).
Scelte – Benitez, al solito, alla vigilia della sfida contro l’Inter ha tenuto fede al suo più classico modus operandi, tutti sulla corda, tensione e attenzione altissima, fondamentale che tutti siano al massimo, nella migliore competizione, concorrenza positiva, linfa vitale per il gruppo: “ Si è parlato tante volte di Mertens e Insigne, Hamsik, Callejon e Higuain. Questo significa che lo staff fa un buon lavoro e che i giocatori hanno ottima qualità per competere ad alti livelli. Non mi piace parlare solo di Manolo, ma anche di tutti gli altri. Mi fa piacere la competizione. Io provo sempre a spiegare i motivi del turnover, ma qualcuno lo dimentica. Non possono giocare sempre gli stessi”. Rafa pronto a tenere un basso profilo, ma il ciclone Manolo è ormai difficile da placare,in coppia con il Pipita poi, qualsiasi ulteriore commento sarebbe superfluo.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 7 Mar 2015 - 18:26