2° POSTO - Decisamente negativa l'annata di Jonathan De Guzman. Il calciatore olandese aveva disputato una buona prima parte di stagione sotto la guida di Rafa Benitez, ma con l'avvento del 2015 si è pian piano smarrito fino a scomparire completamente dai radar azzurri. 21 presenze tra campionato e coppe condite da 1 gol, 2 assist e tante prestazioni sottotono. Il suo apporto nello scorso campionato era stato comunque utile alla causa. Di tutt'altro avviso, però, il duo Sarri-Giutoli che in estate avevano deciso di non confermare l'ex Villarreal, nonostante in rosa servisse prorpio un giocatore dalle sue caratteristiche. Tante formazioni si sono interessate a lui, ma De Guzman sceglie di rifiutare ogni proposta facendo perdere, tra l'altro, anche utili risorse economiche al Napoli. Uno screzio con il ds azzurro lo ha infine completamente estromesso dalla squadra, infatti dall'inizio del nuovo campionato l'olandese è fuori squadra. Ora, dopo sei mesi vissuti ai margini del gruppo, sembra siano maturi i tempi per la cessione.
La rovinosa sconfitta contro il Verona è una sentenza e adesso in quel di Napoli è già caccia al capro espiatorio. Di chi è la colpa delle tre sconfitte esterne in altrettante gare di campionato, dei 4 punti racimolati nelle ultime cinque, del clamoroso tonfo di Verona? A Benitez e alla difesa probabilmente nella vox populi generale saranno attribuiti i demeriti, ma il campo ha parlato in modo abbastanza chiaro: i due goal del Verona sono nati sulla catena di destra del Napoli.
Il tandem De Guzman-Mesto è uscito dal Bentegodi con le ossa rotte, surclassato nel primo tempo in particolare da Juanito Gomez. Non è un segreto che il terzino azzurro abbia grosse responsabilità sul primo goal, ma anche la seconda rete è nata da un contropiede sviluppatosi su quel lato. In fase offensiva l’apporto è stato praticamente nullo: tanti sono stati i tocchi del Napoli in quella zona di campo, ma pochissimi i pericoli creati. De Guzman non è mai arrivato alla conclusione, mentre Mesto l’ha tentata in una sola circostanza senza impensierire più di tanto Benussi.
Molto raramente i due hanno guadagnato il fondo e in quelle poche volte in cui ci sono riusciti i cross partiti non hanno mai raggiunto i compagni. Un’assenza di affiatamento che dimostra come il tandem fosse davvero improvvisato, visto che De Guzman è ritornato a destra dopo diverse partite trascorse sulla corsia opposta. Importante creare una certa intesa tra i due componenti della fascia, come quella sviluppatasi tra Ghoulam e Mertens che, seppur non hanno brillato contro il Verona, restano comunque una fonte di pericoli per gli avversari degli azzurri.
Già nelle ultime uscite la catena di destra stava mostrando dei forti cali di intensità, espressi nella notevole involuzione di Callejon, messa in luce specialmente contro l’Inter nello scorso turno di campionato (QUI i grafici che dimostrano come l’apporto del numero 7 alla fase offensiva risulti quasi nullo). Un pregio lo spagnolo ce l’ha: aiuta molto in copertura, cosa che invece De Guzman ha fatto di rado contro l’Hellas, esponendo Mesto al martirio contro il più rapido e tecnico Juanito Gomez.
Importante contro la Dinamo Mosca sarà ritrovare compattezza anche su quella corsia, indipendentemente da gli interpreti che la occuperanno.
Vittorio Perrone