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La favola dell’Hull City, quando la tradizione e la tifoseria vincono sul dio denaro

Nel calcio moderno, sempre con più continuità, si vedono presidenti rivoluzionari che a nome del merchandising cercano di propinare ai propri tifosi cambi radicali che vanno contro la storia e la tradizione dei club. Così vediamo colori sociali, scudetti e addirittura nomi cambiati per quegli scopi commerciali che rodono dall’interno i veri interessi del gioco più amato al mondo.

È il caso dell’Hull City, club della Premier League inglese, che ha rischiato di vedere il proprio nome modificato in Hull Tiger per volere del presidente Assem Allam che aveva dichiarato: “L’Hull City dalla prossima stagione si chiamerà Hull Tigers. Dobbiamo aprire il mercato sfruttando il marketing. La tigre è un simbolo di forza, la chiave per aumentare l’attrattiva mondiale del club e guadagnare attraverso il merchandising”.

Al sentire queste parole, i supporter del club neroarancio, si sono infuriati e hanno fatto partire una petizione contro il proprio presidente per evitare che 111 anni di storia del club finissero per essere cancellati a favore di guadagni pecuniari. Oggi è arrivata la decisione della FA che ha ufficialmente accolto la richiesta dei tifosi e rifiutato quella del presidente che, però, promette di non arrendersi e proverà a chiedere il cambio nome anche la prossima stagione.

I tifosi dei Tigers sono pronti a dare ancora battaglia per mantenere intatta l’identità della propria squadra, ma per una volta il mondo del pallone ha visto vincere il tifoso e la tradizione secolare contro il Dio denaro che troppo spesso la fa da padrone.

Articolo modificato 16 Mar 2015 - 21:22

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Scritto da
redazione