Una stagione a ritmi serrati, impiego costante, perenne: 2928 minuti giocati, 41 presenze, dall’andata dei preliminari con l’Athletic Bilbao allo stralcio di gara del Bentegodi domenica scorsa. Certezza di una truppa, quella di Rafa Benitez, che non sempre ha reso giustizia a quella che per Gonzalo Higuain, in azzurro, è stata la stagione della definitiva consacrazione.
Uomo squadra a tutto campo, costante punto di riferimento per la squadra in grado di svariare, dispensando giocate d’incanto, su tutto il fronte d’attacco. Carattere, grinta, voglia di vincere, tutte qualità vivide, pulsanti, negli occhi del delantero di Brest, scuola River. Piglio da leader finalmente cucito addosso, sette assist per i compagni e ventitré reti stagionali, uno score da top player.
La passata stagione, quella dell’esordio, terminò con ventiquattro centri a referto, il Pipita nella trasferta di Mosca ha l’occasione di eguagliare, già a marzo inoltrato, il suo record di marcature stagionali in azzurro. Un rendimento che attesta il cambio di passo dell’argentino, definitivamente calato a dovere in un contesto, in riva al Golfo, dove è stella di prima grandezza, trascinatore assoluto.
Nel mirino, non troppo lontano, c’è il record di marcature in carriera: 29 goal con la maglia del Real Madrid nella stagione 2009/2010.
Edoardo Brancaccio