Ancora una serata ricca di rimpianti, ancora un fortissimo amaro in bocca per la platea del San Paolo. Doveva essere la gara del rilancio, con il Napoli pronto a raggiungere la sosta con morale alto e spirito rinfrancato. Il pari contro l’Atalanta presenta, invece, tutte le scorie portate in dote dall’ennesima battuta d’arresto, fatta di una prestazione ai limiti dell’impalpabile e un nugolo di polemiche arbitrali che non giovano ad un gruppo alla ricerca di risultati ambiziosi.
Zero mordente – Una prestazione senza piglio, aggressività, dove sono davvero in pochi a salvarsi per abnegazione e prestazione. Una gara dove i moschettieri Higuain e Gabbiadini latitano, con un David Lopez mai in grado di imprimere il giusto ritmo a metà campo, con un Maggio che sebbene mai impensierito dagli affondi avversari non ha mai mostrato lucidità nel sovrapporsi a Callejon, scatenando l’ira del pubblico partenopeo.
Irreparabile – Una gara, l’ennesima, compromessa però dall’ennesimo grave errore, azione senza dubbio viziata dalla spinta di Pinilla ma figlia di un’ingenuità clamorosa, Henrique è il peggiore in campo della sfida di stasera. Parte bene, convince, non patisce praticamente mai Denis riuscendo a limitare qualsiasi spunto dell’argentino. La sua ingenuità è decisiva, non appoggia con tempismo ad Andujar e imbastisce l’ennesima topica individuale, troppi errori dei singoli quest’anno che rischiano di compromettere, seriamente, il percorso azzurro in campionato.
Edoardo Brancaccio