Si è tenuto ieri sera, a Il Clubino, nel cuore del Vomero, l’incontro “Napoli, che passione! Sport, salute e alimentazione”. Ospite d’onore della serata il medico sociale del Napoli, il dottor Alfonso De Nicola, che ha portato la sua testimonianza riguardante il lavoro che quotidianamente svolge con e sui calciatori. Un lavoro che va avanti ormai dal 2005 (ma De Nicola era stato medico del Napoli ancor prima del fallimento) e che ha portato l’equipe da lui guidata a risultati apprezzati da tutti, in Italia e all’estero. Non a caso lo staff medico partenopeo è uno dei più invidiati e corteggiati da tante squadre. “Un lavoro che è frutto anche di errori: anche noi abbiamo sbagliato in passato, ma ci è servito per approfondire le nostre conoscenze”. Come nel caso di Mirko Savini: “Quando si fratturò il quinto metatarso del piede, optammo per una cura conservativa: il giocatore però continuava a sentire dolore, e alla fine dovette ugualmente operarsi. Successivamente, quando ci siamo trovati di fronte allo stesso infortunio per altri atleti (Gargano, Britos, Bogliacino), siamo stati tempestivi nell’intervenire subito”.
Come accaduto nel caso di Lorenzo Insigne: “Si fece male di domenica sera alle 19, alle 14 del giorno dopo era già uscito dalla sala operatoria. In alcuni casi, operare subito è necessario, inutile perder tempo. Anche perchè bisogna incominciare il prima possibile il lavoro di recupero, soprattutto per un aspetto psicologico. Il giocatore infortunato deve continuare a sentirsi parte del gruppo, anche se sa che non potrà giocare. Per questo è fondamentale che in futuro il Napoli possa dotarsi di un centro di recupero dagli infortuni all’interno della struttura dove si svolgono gli allenamenti. E’ importante soprattutto avere una piscina riabilitativa, essendo il nuoto molto importante nel recupero della massa muscolare dopo alcuni infortuni”.
BENITEZ – “Veniva da una cultura e da un modo di fare totalmente diverso dal nostro. In Inghilterra non esistono staff medici nelle squadre. Se un giocatore si fa male, lo si porta da uno specialista esterno, e anche la riabilitazione è affidata a personale che non fa parte del club. Benitez ha imparato ad apprezzare il nostro lavoro, non è una persona che si complimenta facilmente, ma ci dimostra spesso la sua stima”.
IL MIGLIOR ATLETA – “In passato dico sicuramente Cavani. Nel Napoli di oggi invece Faouzi Ghoulam: è un giocatore esplosivo, al punto che potrebbe fare il mezzofondista. Ma a dir la verità tutti sono molto attenti al loro fisico, anche se ogni tanto qualche piccola imprecisione, soprattutto nell’alimentazione, la compiono”.
LE SCELTE DEL TECNICO – “Benitez è un perfezionista. Quando sceglie un giocatore piuttosto che un altro, lo fa perchè ha 100 motivi per farlo, contro magari gli 80 dell’altro. Molti si sono lamentati dell’esclusione di Higuain a Verona, ma l’argentino aveva giocato tante partite e se fosse sceso in campo al Bentegodi magari si sarebbe stirato: immaginate cosa sarebbe successo se lo avessimo perso per tanto tempo. Il tecnico sceglie sempre la formazione migliore da schierare in campo, in base ai dati in possesso dello staff”.
CONDIZIONE FISICA – “Con Mazzarri il Napoli aveva un andamento poco lineare. Si poteva raggiungere un picco altissimo, in cui la squadra girava al massimo; poco dopo però si aveva l’effetto opposto, con un calo drastico. Invece con Benitez la squadra ha un andamento, se non altissimo, sicuramente alto ma molto più costante. Il che è frutto probabilmente anche del tipo di allenamenti che si svolgono ora: il pallone è sempre presente. Troppo riposo in questi giorni? Sono diverse filosofie. Il tecnico spagnolo ritiene, anche giustamente se vogliamo, che staccare la spina totalmente sia importante, soprattutto se c’è stata una serie di impegni ravvicinati che hanno tolto energie fisiche e mentali ai giocatori. E sotto questo punto di vista, vi posso assicurare che l’Europa League contribuisce tantissimo alla stanchezza psicoatletica dei calciatori”
Dall’inviato Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano
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