Un Rafa Benitez a tutto tondo quello confessatosi ai microfoni di Gazzetta TV, stuzzicato dalle domande di Paolo Condò, nota firma della Rosea, nel suo programma Condò Confidential. Il tecnico del Napoli ha ripercorso i momenti più belli della carriera, e si è soffermato anche sulla squadra azzurra, sul rapporto con Bigon, su Insigne e Gabbiadini e molto altro. Ecco quanto evidenziato da SpazioNapoli.
PASSATO. “Liverpool è sempre stata una piazza meravigliosa, perché i tifosi sono sempre accanto alla squadra e all’allenatore. La Kop è molto calorosa, la passione dei tifosi si avverte. Ho una rapporto molto speciale con i tifosi reds. Milan- Liverpool? Sul 2-0 stavo pensando a cosa dire negli spogliatoi, nel frattempo subimmo il terzo goal e la situazione si fece più dura. Il discorso da fare deve essere sia di tipo tattico che di tipo emotivo. Dissi ai calciatori, che erano a testa bassa, di rientrare subito in partita, perché non avevano nulla da perdere. I tifosi sono stati sempre dalla nostra parte”.
IL TREND. “Mago degli intervalli? No, questa è una sensazione che proviene dall’esterno, il fatto è che dobbiamo capire quando stiamo facendo bene e quando male e cambiare qualcosa se necessario. Il mio motto è non mollare mai. Continuare fino alla fine, anche con una squadra piccola come feci con il Tenerife, portato dalla Serie B spagnola alla A per il rotto della cuffia. Finale di Atene? Istanbul resta una delle più belle finali di Champions, ma ad Atene giocammo meglio. Meritavamo di più di vincere nel 2007 che nel 2005”
EL COPETERO. “Re delle coppe? Una squadra con un fatturato più alto ha una rosa forte ed in campionato più ha possibilità di vincere. La Coppa dipende da altri fattori, come la mentalità o il momento di forma fisica e mentale dei calciatori. Ho allenato diverse squadre forti e competitive ma ce n’era sempre qualcuna con un fatturato più alto e una rosa più forte, in grado di mantenere una certa continuità e vincere il campionato. Finali? L’importante è avere un gruppo concentrato e cercare una motivazione per ogni calciatore. Lo staff prepara bene questo tipo di partite, poi nel caso fosse necessario cambiamo qualcosa a gara in corsa”
I RIGORI. “Vittoria ai rigori in Supercoppa? Studiamo sempre benissimo i rigori e li prepariamo al meglio. Quando battemmo il Milan sapevamo già come avrebbero tirato quattro dei cinque specialisti, scrivo tanto durante le partite e raccolgo i dati nel mio computer”
IL DATO. “Allenare dopo allenatori che hanno fatto bene? Ogni caso è diverso. A Liverpool avevo un contratto da cinque anni, arrivai dopo un quarto posto tra le difficoltà, l’Inter invece arrivava dal triplete. L’importante è avere fiducia nel lavoro e fare le cose in modo giusto. Ho parlato con tutti i calciatori per sapere se loro fossero convinti del cambiamento e fossero disposti a migliorare. All’Inter tutti mi dissero di volere gli stessi risultati ma con un gioco migliore”
IL MERCATO. “Figura del Manager? Lo sono stato per sei anni, è una gestione diversa, un bravo manager deve avere uno staff buono con gente capace al suo fianco. Io lavoro continuamente con Bigon e De Laurentiis e con il ds ho un buon rapporto. David Lopez? Io e Bigon abbiamo parlato e David Lopez rispondeva alle esigenze della squadra. Valutiamo diversi nomi in virtù delle nostre possibilità economiche”
MODULO. “Ho iniziato con un 4-4-2 e poi sono passato al 4-2-3-1. Dipende tutto dalle caratteristiche dei giocatori: uno veloce e preciso e un altro bravo a inserirsi. A Liverpool avevo Gerrard e Torres. Fernando è un giocatore di altissimo livello, ha fatto bene a Liverpool dove si giocava per lui, mentre quando è andato al Chelsea è diventato meno importante. Soltanto Messi e Ronaldo riescono a mantenere livelli costanti”
IL LEADER. “Dopo i preliminari di Champions ho parlato con Higuain che era demotivato e triste, lo capivo dal suo linguaggio corporeo. Piano piano ha recuperato ed è risultato fondamentale per ripartire. Perdere Reina è stato difficile ma anche Rafael, Andujar e Colombo stanno facendo bene. Pepe è uno spagnolo napoletano, gli piace sorridere e scherzare, ha fiducia in se stesso e per questo diventa spesso un giocatore amato e seguito dai compagni e a volte qui manca perché non ce ne sono molti di questi calciatori al mondo. Higuain ha ereditato il suo ruolo ma anche altri provano a diventare un esempio per gli altri. Per Reina è tutto più naturale, lui è un napoletano spagnolo”.
INSIGNE E GABBIADINI. “Insigne? Chi dice che potrebbe giocare dietro la punta non conosce le sue caratteristiche. Lui ha qualità, rapidità e un ottimo dribbling, è veloce ma anche resistente. Per le reti basta aspettare, in fondo è giovane. Gabbiadini è un calciatore che ti segue, ha voglia di imparare e di migliorare. Questa è un ottima cosa, anche perché è italiano e giovane. Ha un futuro importante davanti a sé”.
FUTURO. “Non vivo a Napoli perché sarebbe difficile spostarmi tutti i giorni dalla città. Preferisco restare qui, ma comunque amo la città, perché somiglia molto alla mia Madrid. Real o Spagna? Amo il Real, sono molto legato all’ambiente ma da “anziano” preferirei la Nazionale”.
Articolo modificato 27 Mar 2015 - 22:37