Il coraggio che manca nella scelta dei singoli: De Sanctis si siede, come il Napoli e poi Benitez

Vola la Roma, a +9 sul Napoli e con un piede sempre più in Champions. La sconfitta dell’Olimpico mette in luce, ancora una volta, pregi (pochi) e i tanti difetti azzurri. La striscia negativa prosegue, inutile anche la sosta. Incerto e svogliato il gruppo partenopeo della prima frazione di gioco; poco cinico, concreto e fortunato nella seconda. Le scelte di Rafa, che a Gabbiadini ed Hamsik preferisce De Guzman, con Britos per Koulibaly e Jorginho nella coppia di centrocampo, lasciano spazio a qualche critica. Il problema vero del Napoli, nel sabato pasquale e non solo, resta però un altro: l’atteggiamento. La poca costanza nel tenere alto il pressing, la distrazione a metà campo, la superficialità nel controllo e nel possesso, la scarsa lucidità e l’assenza di brillantezza, a tratti esaltata solo da pochi.

BEATA FREDDEZZA – La Roma, a caccia di una vittoria che in casa mancava dalla fine di Novembre, trova l’avversario migliore per poter mettere fine al momento negativo. Lo fa in maniera non esemplare, con appena due tiri in porta, uno di cui concretizzato e fatale per gli azzurri. La reazione arriva nell’immediato, ma il timore non gioca a favore degli azzurri, che trovano la loro occasione migliore nei piedi di Callejon. La sintesi perfetta del momento azzurro si racchiude nel 38’ di gioco quando, su perfetto assist di Higuain, che inventa ad occhi chiusi un cambio di gioco impeccabile per il compagno di reparto, lo spagnolo mette a sedere De Sanctis ma non mira la porta. Un attimo di terrore, complice la sfortuna che negli ultimi mesi lo ha visto lontano dal gol, spinge Josè a servire De Guzman. Inutile il tentativo dell’olandese, fermato in area da un braccio di Manolas, giudicato da Rizzoli regolare.

NASCONDINO – La paura di sbagliare, la mancanza di coraggio: atto comune di una squadra che si siede, come il suo allenatore dopo ogni occasione fallita. Succede spesso nella seconda frazione di gioco. La stizza, la rassegnazione e la consapevolezza di aver perso quell’estro che avrebbe dovuto portarli lontano. Il desiderio di voler agguantare le coppe, con quel pizzico di presunzione che si spera possa spingere gli azzurri più lontano possibile, è ancora un’arma a doppio taglio, che allontana la zona Champions e fa tremare la piazza. Male, malissimo, la ripresa del cammino. Non ha più alibi questo Napoli: il giocattolo sembra aver perso pezzi per strada, da Bilbao all’Olimpico, passando per quel San Paolo che mercoledì avrà l’ennesima responsabilità, dare una scossa a chi la testa ce l’ha già in vacanza.

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