Una sconfitta così, ad inizio aprile non ci voleva proprio. Un mese particolare per il Napoli ancora vivo su tre fronti, almeno sino a ieri pomeriggio. La lotta Champions in campionato, lo sfizio della Coppa Italia e la bella favola in Europa League: tre fronti per continuare a sognare in una stagione che in questo mese è appesa ad un filo che segna l’equilibrio tra il fallimento e la gioia. Una partita ogni tre giorni, con la voglia, l’orgoglio e la necessità di fare bene. Come dimenticare poi la “grana” allenatore, quella scelta che sta pesando, e non poco, sulla mente dei giocatori. Benitez va via, Benitez resta. Tutto tremendamente difficile per questo Napoli alle soglie di un tracollo.
La sfida di ieri pomeriggio ha sancito forse l’abbandono definitivo delle speranze del secondo se non anche del terzo posto. Vincono tutte (esclusa la Samp sconfitta nell’altro scontro diretto contro la viola) ed il Napoli si ferma al palo, scivolato a meno nove dalla Roma e -8 dai cugini laziali. Si presenta ora l’occasione del riscatto, per raggiungere quella finale di Coppa Italia che equivarrebbe alla terza in quattro anni.
Rialzarsi subito è a questo punto più che una necessità. Un dovere verso quello che è stato fatto fino ad oggi, per i tifosi, per l’orgoglio. Il pareggio dell’Olimpico ce lo permette, la Lazio non è più forte di noi e dovrà attaccare, prestando il fianco alle manovre azzurre. Sursum corda Napoli, rimbocchiamoci le maniche e riprendiamo a correre. Il casatiello e la pastiera ormai ci sono già andati di traverso.
Antonio Picarelli
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Articolo modificato 5 Apr 2015 - 10:13