Dopo tre partecipazioni in quattro anni, la possibilità che il Napoli non giochi la prossima Champions League è molto alta. Tutto dipenderà da una competizione europea, una coppa con sfide andata e ritorno, dove il limite tra la vittoria e la sconfitta può essere segnato da un minimo dettaglio o semplice particolare. È questo il vicolo cieco in cui si trova il Napoli, dopo la sconfitta dell’Olimpico che ha allontanato Benitez dal secondo posto, ma soprattutto dal terzo, in saldo possesso della Lazio.
Anche se ora può essere rischioso iniziare a cantare il “De Profundiis”, va detto che il treno del campionato non andava perso in questo modo, soprattutto perchè sino ad un mese e mezzo fa – eravamo a metà febbraio – si parlava addirittura di attacco alla Roma per la seconda piazza. Da lì, un calo vertiginoso di risultati e sopratutto di prestazioni in campo ha portato alla situazione attuale, tutt’altro che rosea, con la tifoseria che giustamente inizia a scalpitare, perché le sconfitte – anche con avversarie storiche – stanno diventando troppe, molte per essere sopportate.
Con quale spirito affrontare il finale di stagione, sarà ora Benitez a doverlo capire. Il destino presente, ma soprattutto futuro, del Napoli passa dalla sfida contro i tedeschi, che già hanno eliminato l’Inter in EL e che sono secondi in campionato dietro l’inarrestabile Bayern. Se dovessimo fare ora il bilancio su chi sia il favorito per questo quarto di finale, le quote sarebbero sbilanciate per i giocatori in maglia verde. Hanno grinta, velocità, tecnica e sicurezza; tutte caratteristiche che mancano in questo momento agli azzurri.
Lasciare la Champions ai facili pronostici però sarebbe un errore ancor più grave rispetto al tralasciare il campionato. La massima competizione europea è un obiettivo troppo maestoso, in una prospettiva generale di crescita nazionale ed internazionale, da lasciare andare. Mancano all’incirca dieci giorni alla prima delle due sfide, che a questo punto, decideranno la stagione. Arrivarci così sarebbe suicida. Trovare gli stimoli ed anche la voglia di lottare sarebbe il primo passo per quella che sembra una vera e propria impresa.