Ultima chiamata per gli azzurri, che contro la Lazio si giocheranno una fetta importante di stagione. La pressione in casa Napoli si fa sentire, specialmente dopo il deludente K.O. rimediato all’Olimpico di Roma, considerato dai tifosi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ un periodo buio per la truppa di Benitez, che non vince una partita da quasi un mese (Napoli-Dinamo Mosca, 12 marzo), e che è scivolata in campionato dalla terza alla sesta piazza. Non è un segreto che dalle coppe siano arrivate le soddisfazioni migliori, non solo in ambito europeo. La semifinale contro la Lazio fa ben sperare in vista del futuro: questa stagione può ancora essere salvata.
PERICOLO BIANCOCELESTE – Il Napoli, abbiamo detto, riparte dalle coppe, dove quest’anno ha collezionato otto vittorie sul campo, due ai rigori (contando anche Doha), due pareggi e una sola sconfitta. Numeri impressionanti, così come quelli della Lazio, che in campionato arriva da sette vittorie di fila, un bottino che ha reso la squadra di Pioli la terza forza del campionato. Al San Paolo si affrontano dunque due squadre agli antipodi, che arrivano da momenti molto diversi e che sono separate in Serie A da una voragine di otto punti. In Coppa però si azzera tutto e il Napoli parte con il favore del pronostico, in virtù non solo delle statistiche sovracitate ma anche del pareggio esterno dell’andata.
LA SOLIDUTINE DEI NUMERI SETTE – Momenti differenti evidenziati anche dagli interpreti delle due compagini, specialmente dai numeri sette: mentre Felipe Anderson incanta le platee di tutta Italia, Callejon sembra aver perso se stesso. Il brasiliano è stato il vero artefice dell’exploit biancoceleste con le sue nove reti segnate da dicembre ad oggi. E’ come se i due protagonisti avessero invertito i propri ruoli: a inizio stagione era infatti Callejon a sorprendere tutti gli addetti ai lavori, mentre Felipe Anderson faceva fatica a dimostrare di valere i nove milioni investiti lo scorso anno. Effettivamente durante la passata stagione il brasiliano ha avuto un rendimento claudicante, spingendo l’allora tecnico biancoceleste Reja a preferirgli il giovane Keita. Oggi è lui l’anima della Lazio.
Napoli-Lazio sembra metaforicamente un ascensore. C’è chi sale e c’è chi scende. In campionato i ruoli sono già definiti, ma in Coppa il Napoli intende salire senza badare a chi ha di fronte.
Vittorio Perrone