Le frasi pronunciate ieri sera, a caldo, nel postpartita di Napoli – Lazio da parte di Aurelio De Laurentiis sono molto di più di una semplice presa di posizione su una eliminazione di Coppa Italia. Sono le parole che sanciscono la fine di un ciclo, quello di Benitez sulla panchina azzurra. Il ritiro con cui sono stati puniti i giocatori e perchè no, lo stesso staff tecnico, è il segnale con cui il presidente ha detto stop, senza aspettare a questo punto nemmeno il verdetto dell’Europa League, ultima spiaggia per salvare una stagione che sta diventando sempre più fallimentare.
Era aspettata una presa di posizione netta da parte della società e soprattutto il tifo napoletano stava invocando a gran voce un sussulto del presidente, perché il popolo che soffre e che si dispera allo stadio e davanti alla televisione vuole e cerca risposte da tanto, troppo tempo. Queste risposte non sono ancora arrivate da parte di De Laurentiis, ma il sottolineare con tono duro l’indignazione per ciò che sta avvenendo intorno alla maglia azzurra può essere letto come la voglia di cambiare passo.
D’altronde i segnali che qualcosa stia finendo sotto il Vesuvio si stanno avendo già da molto tempo. La melina che Benitez continua a fare sulla sua situazione contrattuale è un chiaro segno che il dialogo tra società e allenatore è diventato sempre più freddo e distante. Quasi un dialogo tra sordi che a questo punto si romperà senza nemmeno perdere troppo tempo in trattative o rinegoziazioni dell’ultimo minuto, come fu con Mazzarri. Ovviamente, però, a meno di incredibili terremoti, lo spagnolo concluderà l’anno sulla panchina partenopea.
L’Europa League stessa non potrà cambiare lo scenario del divorzio ed a questo punto la voglia di Benitez di conquistare il trofeo sarà dettata più da un suo desiderio personale per arricchire il curriculum, piuttosto che da un desiderio di portare nuovi frutti all’albero azzurro, da anni desideroso di tempi maturi per grandi trionfi.
Con la fine della stagione finirà un ciclo del Napoli e solo la storia potrà dirci se questo sarà stato positivo o meno. Sicuramente i risultati attesi da dirigenza e da giocatori erano diversi. Nel dopo Mazzarri si puntava alla crescita non nazionale, ma internazionale, e sino ad ora non si è visto un cambiamento in una formazione, che spesso e volentieri è stata fermata dai suoi limiti caratteriali. La conclusione del ciclo, quindi, non riguarderà solo l’allenatore, ma anche molti giocatori e le ultime prestazioni di Higuain e Callejon portano a pensare che anche loro potranno essere sacrificati.
Insomma, gli azzurri si preparano ad una nuova partenza. E le frasi di ieri di De Laurentiis possono essere considerate come l’anno zero. Il presidente con il popolo azzurro, contro giocatori ed allenatore. Sarà interessante vedere, però, se in estate dalle parole si passerà ai fatti, perché a Napoli tutto si cerca tranne che un nuovo allenatore da sacrificare per giustificare lo scarso rendimento e la mancata evoluzione di una squadra e di un progetto.
Articolo modificato 9 Apr 2015 - 01:50