Salvatore Bagni, ex giocatore del Napoli è intervenuto ai microfoni di Marte Sport Live su Radio Marte. Ecco quanto raccolto ed evidenziato dalla redazione di Spazionapoli.
VIA UN ALTRO OBIETTIVO. “Non penso sia passata la squadra che abbia meritato. Ma purtroppo se ne va un altro obiettivo. Ho visto una squadra come la Lazio che ha cambiato modo di giocare. Una squadra contro i singoli del Napoli. Si poteva anche fare 1-1, ma non cambiava nulla”.
RITIRO CHE NON PENSO POSSA AIUTARE. “Non credo nel ritiro. Ci sono stato anche io, ma personalmente non ci credo. Qua c’è la minaccia del ritiro fino a fine stagione, ma secondo me non è la miglior cosa da fare. Vorresti essere più libero mentalmente. La squadra s’è scollata secondo me: non solo per i risultati, ma anche per il gioco. Anche la sconfitta contro la Roma fa riflettere. Non è la Roma del primo periodo di stagione. Bisognava stravincere lì. Bisogna anche ricordare le partite super negative dove il Napoli ha buttato punti e prestazioni. C’è anche l’aspetto mentale che conta. Sono uomini quelli che vanno in campo, prima ancora dei giocatori. In certe partite ciò non è esistito e così gli obiettivi se ne vanno a quel paese. È normale che così salga il nervosismo”.
UNICO OBIETTIVO. “Rimane un unico obiettivo che deve essere assolutamente centrato. Siamo scaramantici a Napoli e speriamo di vincere l’europa league. Sennò sarebbe un anno disastroso”.
DOVE AIUTA IL RITIRO. “È il momento del chiarimento questo. Il ritiro con una squadra spaccata serve a questo. Serve aprirsi, serve il confronto. Sono le uniche cose da fare. Ognuno deve dire la propria, quali sono le cose negative. Perché c’è questo momento di difficoltà. Tutto qua. Senza che nessuno se la prenda. Si vince e si perde insieme. Non avere interessi personali è la chiave. Se si parte in maniera sbagliata tanto vale mandare tutti a casa propria. bisogna avere il coraggio di dire anche cose sconvenienti, ma servono al miglioramento della squadra”.
ASSENZA DI GOL. COME MAI? “Manca il gioco di squadra. Con i singoli non si vince. Hanno qualità, ma basta un raddoppio e il gioco è fatto. Non c’è più il fraseggio iniziale del primo anno di Benitez. Non c’è più la squadra corta che saliva tutti insieme e che correva per recuperare. In più non c’è la squadra, ci sono i singoli. Ma ciò non basta.”
Articolo modificato 9 Apr 2015 - 15:56