Lo sfogo arrivato dopo la debacle interna con la Lazio è qualcosa a cui l’ambiente partenopeo difficilmente aveva assistito da quando la società è guidata da Aurelio De Laurentiis. Mai il patron azzurro, nei 10 anni di presidenza napoletana, aveva tuonato in maniera così veemente, quasi violenta, nei confronti dei propri calciatori: “Napoli è una città bella ma rapace. Credo ci sia poca concentrazione e spesso il professionismo è un problema anche anagrafico. Io sono padre ed ho dei figli, anche io lo sono stato ed a 25-30 anni mi sono divertito ed ho fatto cose che probabilmente non rifarei ma so che per raggiungere certi risultati bisogna basarsi sulla disciplina“.
Accusa chiara, c’è qualcuno nel Napoli che sta peccando in quella che dovrebbe esse la prima regola per un calciatore: la professionalità. Concetto ribadito, e dunque rafforzato, anche nel Tweet pubblicato in piena notte dal presidente:
Dunque il problema non è da ricercare nel mancato rinnovo di Benitez che avrebbe scombussolato la squadra? Nulla c’entrerebbe il fatto che alcuni calciatori, vedi Callejon, potrebbero cambiare aria nella prossima stagione? No, alla base dei disastrosi problemi della squadra, come alcune voci vorrebbero, ci sarebbero notti brave da parte di alcuni calciatori.
Se ciò venisse confermato, qualcuno dovrebbe spiegare come può una dirigenza come quella partenopea permettere tale comportamento ed intervenire soltanto dopo una bruciante sconfitta. Come si può consentire a professionisti pagati a peso d’oro di far quel che si vuole e di giocare, di conseguenza, con la passione dei tifosi? Noi non vogliamo credere a nulla di tutto ciò, ma solo che quello del presidente sia stato un semplice sfogo dettato dal momento particolarmente delicato. Va comunque constatato che al Napoli qualcosa sembra essersi inevitabilmente rotto. Lo spogliatoio non appare più così unito e gli stessi calciatori sembra che in alcuni momenti giochino più per un tornaconto personale che per il bene della squadra.
Intanto un altro obiettivo s’è ne andato e agli azzurri non resta che concentrarsi soltanto sull’Europa League tenendo però conto dell’immenso rischio che ne consegue. Basterebbe infatti sbagliare una sola gara per compromettere la competizione che a questo punto rappresenta l’unica ancora di salvezza per Benitez, squadra e dirigenza. I tifosi chiedono chiarezza, o per lo meno che il Napoli torni a fare il Napoli.
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Articolo modificato 9 Apr 2015 - 22:38