Il ritorno alla vittoria del Napoli nella giornata più importante, quando tutti erano pronti a tagliare a fette il progetto azzurro, a sezionarlo ed analizzarlo nei particolari. Più di quanto abbiano fatto sino ad ora. Una vittoria che risolleva il Napoli dalla polvere in cui era finito. Una sfida che oggi a leggere il tabellino sembra essere stata una passeggiata di salute.
Tutt’altro che questo, quando a scendere in campo a braccetto con te c’è la paura di sbagliare, la voglia di uscire dalla crisi e la consapevolezza che davanti ci sarà una squadra forte che vorrà superarti almeno quanto te.
A leggere il tabellino si rivedono finalmente i nomi noti che oggi non lo erano più tanto.
Mertens a segnare il terzo gol in campionato ed il sesto in stagione. Il belga che in settimana ha dichiarato amore per la maglia azzurra e la voglia di rimanere qui fin quando non lo cacceranno. Lo stesso Dries che ha superato un inizio di stagione non alla sua altezza complicato anche dall’infortunio con la Nazionale delle furie rosse.
Hamsik a ripetere la sua voglia di appartenenza a questa maglia ed a questa città. Uno slovacco così decisivo nelle ultime uscite stagionali non lo avevamo mai visto nell’era Benitez. Marek entra, segna e fa tanto gioco. Firma il gol del raddoppio che dopo il gol di fantasma di Higuain del primo tempo e quello fallito dal pipita nel secondo vale tantissimo.
Callejon lo spagnolo (speriamo) ritrovato. Josè Maria finalmente mette di nuovo la firma sul tabellino dei marcatori, non segnava da gennaio e si erano perse le sue tracce nonostante il continuo lavoro oscuro. C’è da credere che quando Insigne ha ripreso ad allenarsi lo spagnolo avrà tirato un sospiro di sollievo. Quando c’è Lorenzo i suoi tagli offensivi sono finalmente e nuovamente determinanti.
L’unione d’intenti, quella che sembrava smarrita. L’unione d’intenti sintetizzata nella corsa verso la panchina di Mertens subito dopo il primo gol. L’abbraccio globale del gruppo azzurro rinchiuso dal Presidente nel ritiro di Castel Volturno. L’unione d’intenti nell’acclamazione finale all’uscita di Higuain dal campo.
Il pipita in una sfida a doppia faccia, la rete non convalidata nel primo tempo e l’occasione fallita del second. Lo stadio ha perdonato tutto all’attaccante che più di ogni altro oggi impersonificava la voglia di riscatto della squadra. Corsa e grinta nel recuperare ogni singolo pallone, nel pressare i difensori viola per indurli all’errore. Nel mezzo tanta rabbia e molte lamentele verso l’arbitro ed i suoi collaboratori.
Unione d’intenti, quella del pubblico con la società, dello staff con il tecnico spagnolo, dei giocatori con l’ambiente. Unione d’intenti per terminare questa stagione senza il rimpianto di non averci provato, sempre.
Antonio Picarelli
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Articolo modificato 12 Apr 2015 - 19:19