Settantasettesimo di gioco, Manolo Gabbiadini è subentrato ad un imprendibile Marek Hamsik da una manciata di minuti, non ha ancora sfiorato palla, attendendo l’occasione propizia. Lorenzo Insigne, dal canto suo, sta già facendo ammattire la macchinosa retroguardia tedesca da un po’: folate improvvise, cambi di passo, una vera e propria danza a sfiancare la fascia destra di Hecking già messa a durissima prova dalle incursioni di Dries Mertens.
Settantasettesimo di gioco e la lampadina si accende, affinità elettiva che si materializza limpida, fortissima, in una combinazione perfetta. La zolla è quella di Lorenzo, pronto a innescare quel taglio d’interno che ha fatto le fortune di tutto il pacchetto offensivo in queste due stagioni targate Rafa Benitez. I tempi giusti sono quelli di Manolo, centravanti d’origine reinventato esterno d’attacco/seconda punta, ma che certi movimenti li ha nel sangue, emblema di quella duttilità – in qualsiasi zona d’attacco – che è dote cristallina dell’attaccante ex Samp.
Settantasettesimo di gioco ed è 0-4 Napoli, sugli scudi i due talenti azzurri, italiani: Insigne ispira e Gabbiadini finalizza, di testa, prendendo in contro tempo Benaglio. Per i due giovani classe ’91 finalmente si concretizza quell’intesa procrastinata a lungo, causa la malaugurata sorte che quest’anno si è accanita sul folletto di Frattamaggiore. Un’attesa ripagata alla Volkswagen Arena, nella tana dei lupi, a coronamento di un’impresa, la prima della storia azzurra in terra tedesca. Il prologo di un’altra suggestiva storia che, ne siamo certi, è pronta a raccontare pagine imperdibili, fatte di successi e giocate d’autore.
Edoardo Brancaccio
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