La concentrazione. Le ambizioni. L’entusiasmo. La cattiveria. La forza. L’orgoglio. Il coraggio. La voglia. E ancora, ancora, ancora. Solo un assaggio dell’azzurro che ricopre il cielo di Wolfsburg e rivendica il Napoli nella notte di Stoccarda. Quelle stesse che non bastarono allora, regalano stavolta agli azzurri – seppur ancora in versione denim – un biglietto per la semifinale, da obliterare nella facile gara di ritorno. Quelle stesse che concedono a Benitez di poter festeggiare nel modo migliore il suo cinquantacinquesimo compleanno e che rivestono di un’aura magica Marek Hamsik. E’ lui l’emblema del Napoli ritrovato, con anima e cuore, testa e polmoni. Una settimana per stravolgere i piani: dall’angoscia del campionato e l’incubo della Coppa Italia, all’incanto dell’Europa, che rimette in mostra quel Napoli bello in formato Champions. Ha rialzato la cresta il capitano, caricando sulle spalle critiche e insulti, il peso del ritiro e la responsabilità di un ipotetico passo falso, che invece si traveste in capolavoro.
CAPITANO TUTTOFARE – Un ruolo sbagliato, in un modulo sbagliato: questo l’errore di Benitez, sostenuto a gran voce dalla folla e dai sapientoni dei parterre vari. Fino alla notte di Wolfsburg che – misteriosamente per qualcuno – torna a mettere in luce la classe di quel talento che a Napoli ha messo su casa e famiglia. Quello che oltre alla fascia, i ricordi in azzurro li ha tatuati sul corpo e nell’anima. Quello svogliato e che si siede – sempre a detta di qualcuno – ricopre perfettamente il ruolo di protagonista, del leader malinconico e motivato, che trascina la squadra e si propone negli spazi. Il calcio di Benitez funziona, quantomeno in Europa, dove il gioco diventa spettacolo e nessuno ha paura. Propositivo, veloce, lezioso, proprio come Marek, che si sdoppia e fa il fenomeno: grintoso a centrocampo, dove in fase di copertura l’assenza di Gargano pesa meno, sontuoso negli inserimenti, gli stessi che negli anni d’oro l’hanno classificato tra i migliori d’Europa.
TRAGUARDI E DESIDERI – Ma non è solo questo. Dopo il gol tanto atteso con la Fiorentina nell’ultima giornata di campionato, Marek ne approfitta e va in doppia cifra: 11 i gol messi a segno in questa ottava stagione partenopea. Troppo facile averli puniti in una calda amichevole d’agosto, stavolta il marchio di fabbrica andava inciso a fuoco. Non uno, ben due i guizzi dello slovacco, che prova a risollevare le sorti di una squadra dalla doppia personalità. Come un cecchino non sbaglia sotto porta e beffa Benaglio. E se l’apertura delle marcature di Higuain lascia uno strascico di dubbi sulla regolarità, il doppio colpo di Marek mostra il volto bello di una squadra che, necessita sì di elementi ancora di spessore, ma può punire e lottare fino alla fine. E, con lo stesso fiato e carattere, ambire a quella Coppa che il capitano non è ancora riuscito ad alzare. Stay tuned…Marek is back.
Francesca Di Vito
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Articolo modificato 17 Apr 2015 - 09:49