Sulle orme di Wolfsburg, continuando un percorso fatto di crescita, un recupero fisico e mentale. Il Napoli archivia la pratica Cagliari con una prestazione da grande squadra. Personalità, classe, fiducia nei propri mezzi. Novanta minuti all’insegna della solidità a cui l’avversario, reduce da una settimana di certo non all’insegna della tranquillità e che vive una situazione di classifica complessa, non ha potuto porre alcun rimedio. Un risultato che, date le battute d’arresto di Lazio e Roma, concede nuova linfa alla truppa di Benitez in ottica piazzamento Champions.
Forza e talento – Tre punti pesanti marchiati a fuoco dall’ardore di Gargano. Insuperabile, l’uomo in più del centrocampo partenopeo. Cuore, polmoni, recuperi esaltanti abbinati ad un costante ragionamento in fase d’impostazione. Ancora sugli scudi Gabbiadini, ancora a rete appena subentrato. Dal colpo di testa della Volkswagen Arena alla bordata del Sant’Elia il passo è breve, il risultato è identico: risultato e partita in ghiaccio. Marek Hamsik superbo, fonte di gioco inestimabile, dipinge calcio dispensando giocate d’annata per i compagni. L’assist per l’1-0 è l’emblema della visione di gioco dello slovacco, al dodicesimo assist stagionale, perfetto per misura e precisione. Propizia anche il raddoppio azzurro, costringendo all’autorete Balzano nell’intento di evitare la battuta a rete di Insigne. La trasferta in terra sarda riporta però agli altari uno dei talenti più discussi di questo 2015, il ritorno del Josè Callejon ammirato, lodato in questa sua esperienza partenopea. Il numero 7 azzurro è il migliore in campo della sfida di stasera.
Bentornato – L’esito di un ritorno che è lecito auspicarsi definitivo, dopo il ritorno al goal con la Fiorentina, la grande prestazione in Germania, a Cagliari Calleti mette in mostra tutte le sue doti, le qualità che in azzurro l’avevano elevato tra i migliori interpreti nel suo ruolo. Perfetti i tempi d’inserimento sull’1-0, lesto ad incunearsi tra le linee sul filo del fuorigioco e a battere Brkic valorizzando l’invito al bacio del capitano azzurro. Tempo un minuto ed è dal lato opposto del campo, un recupero sontuoso a stoppare sul nascere le velleità di M’poku solo al cospetto di Andujar. Oltre un’ora di gioco ad attaccare e difendere, senza mai mollare di un metro, oltre un’ora su livelli eccelsi. Callejon lucida le armi in vista di un finale di stagione dove recuperare, per davvero, quel sorriso troppe volte smarrito in una stagione ricca di alti e bassi.
Edoardo Brancaccio