Il netto vantaggio di Wolfsburg consegna al Napoli la possibilità di gestire come meglio può la gara di ritorno. In una primaverile notte europea, gli azzurri calcano il terreno di Fuorigrotta a caccia di un sogno lungo 26 anni. Reduci dalla strigliata del presidente, dal lungo ritiro e da una settimana di buoni risultati, gli uomini di Rafa rompono le righe e ripartono dai tedeschi. Risultato troppo comodo da controllare, ma abbassare la guardia non rientra tra i piani di quel patto stretto col patron azzurro. Responsabilità nella testa e nelle gambe dei migliori ma, ancor prima, nelle mani di quel Re di Coppe, che non andrà di certo via senza aver provato a conquistare almeno un posto a Varsavia. Lo spagnolo l’ha preparata nel silenzio di Castel Volturno, consapevole di poter addomesticare quella squadra che – seppur sconfitta in malo modo tra le mura domestiche – vanta un posto nei piani altissimi della Bundesliga.
NON È TUTT’ORO QUEL CHE LUCCICA – I giganti del Wolfsburg, sfortunati ed orfani di due pedine prestigiose, dettano il gioco nella prima frazione di gara. Il Napoli lascia fare, disordinato e quasi addomesticato dagli uomini di Hecking. Nel destino una storia già scritta, che per 45’ mostra pecche e insufficienze che sembravano rimosse negli ultimi 10 giorni di successi azzurri. L’assenza di lucidità caratterizza la prestazione iniziale anche di quegli uomini finora messisi in luce per doti ambite. È un Napoli obbediente, ma non di certo bello, quello che si chiude e tiene a bada i tedeschi, con la consapevolezza di invertire le sorti dopo il primo giro di boa.
UNA STRATEGIA, UNA SEMIFINALE – Tutto fila liscio. Le lancette che segnano lo scadere della frazione iniziale di gioco avvicinano ulteriormente il Napoli alla meta predestinata e l’intervallo assegna a Benitez la possibilità di ribaltare le carte in tavola. Le pietre grezze della prima parte del match si trasformano ancora in diamanti: Callejon prima, Mertens poi, sferrano il colpo di grazia che butta fuori dai giochi i signori della Volkswagen. Un pizzico di fortuna, condito dall’estro e la classe di un certo Gonzalo Higuain che, seppur a caccia di un record personale, inventa assist e meraviglie per i compagni di reparto. La doppia sbavatura dei minuti a seguire rende meno dolce la notte di Rafa, che scalpita in panchina desideroso di un altro successo, quarto di fila dopo i brutti risultati che hanno portato all’inferno azzurro, che però non arriva. Ma non c’è tempo per il sangue amaro, Napoli e il Napoli sono tornati ancora grandi, con la testa alta e le spalle larghe di chi finora in Europa ha saputo far la voce grossa, dalla sconfitta di Bilbao alla trasferta tedesca: l’ennesimo tassello è finito al suo posto, desiderosi di raggiungere un trofeo che da troppo tempo manca nella bacheca azzurra.
Francesca Di Vito
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Articolo modificato 24 Apr 2015 - 00:52