L’unica macchia che si potrebbe trovare in questa settimana e mezza di grande Napoli sono quei 5 minuti in cui il Wolfsburg, giovedì scorso, ha prima ridotto le distanze con Klose e poi ha pareggiato con Perisic. Poca roba, considerando la qualificazione già in tasca. Però è un calo di concentrazione che Benitez dovrà tenere in considerazione. Domani al San Paolo c’è una sfida importante, se non fondamentale: quella contro la Sampdoria di Mihajlovic. Una squadra compatta, ben organizzata e pronta a far male, sia impostando il gioco, sia con le ripartenze.
PREPARARSI AL MEGLIO – Continuità: è la componente fondamentale. Il Napoli sembra averla ritrovata dopo le sconfitte con Roma e Lazio. Ritiro o non ritiro, la squadra di Benitez ha ottenuto quattro risultati utili consecutivi tra campionato ed Europa League. Ciò che ha veramente colpito i tifosi azzurri, però, è stata la voglia che hanno messo i giocatori in queste partite. Un desiderio di reagire, di scrollarsi tutte le difficoltà da dosso. Non si può negare che non ci siano riusciti. Importante anche lo score in queste quattro partite: ben 12 gol fatti e solo 3 subiti. Un ottimo punto di partenza.
VIVERE IL PRESENTE – Certamente nella mente dei tifosi, e non solo, c’è la doppia sfida contro il Dnipro. Molto agevole sulla carta, ma non è ancora il momento di pensarci. Mancano ancora tre partite a quel 7 maggio dove arriveranno gli ucraini al “San Paolo” e il diktat del Napoli deve essere quello di affrontare le partite singolarmente, senza pensare ai prossimi avversari. Benitez è sempre stato molto chiaro su questo ed è prioritario che la squadra lo segua in questo momento così delicato della stagione.
TUTTI UNITI – C’è bisogno dell’impegno e della fame di vincere di tutti. Giocatori, dirigenza, tifosi. La squadra se ha compattezza viene temuta anche dalle compagini avversarie. In questo modo si crea anche una pressione psicologica favorevole ai partenopei e sfavorevole invece agli avversari. L’obiettivo, al di là della competizione europea, rimane il terzo posto. Non più di un mese fa era utopia. Ora è lì, quasi lo si tocca con le dita. Niente è impossibile nel calcio. Bisogna crederci.
Francesco Vassura
Articolo modificato 25 Apr 2015 - 17:44