Una sfida dietro l’altra, tutte finali in questo finale di stagione. Al di là del gioco di parole gli azzurri sono chiamata all’ennesima prestazione convincente. Sfide delicate, tutte decisive per giocarsi tutto o niente.
L’aprile infuocato è arrivato quasi al termine, c’è da sfidare la Sampdoria, una delle sorprese del campionato. Suggestioni tra presente e possibile futuro nella sfida in panchina tra Benitez e Mihajlović.
La coppia italo-argentina – Fa tutto il Napoli, nel bene e nel male. Questa la sintesi della prima frazione di gioco chiusa con un vantaggio di misura per gli uomini di Benitez. Sfida avvincente che si accende a sprazzi. Sono gli azzurri a fare la partita, è la Sampdoria che passa in vantaggio alla prima occasione utile. E’ Soriano ad inserirsi alle spalle del duo di centrocampo azzurro (formato da Jorginho e David Lopez) ed a lanciare Eder. L’italo/brasiliano si infila tra Britos e Ghoulam sulla sinistra e crossa rasoterra per l’accorrente Okaka. Ci pensa Albiol a dipanare la matassa appoggiando la palla nella propria porta. Sfortunati gli azzurri che schiumano rabbia e riprendono a giocare a buon ritmo. Blucerchiati costretti nella propria area ed azzurri in pieno controllo del match. Manca solo il gol e l’appuntamento è in corrispondenza della mezz’ora. Cala la doppia coppia Rafa Benitez e rilancia. Si trovano alla perfezione Higuain e Gabbiadini e quando finalizzano diventano devastanti. Si scambiano i ruoli i due attaccanti azzurri. E’ prima l’argentino a servire l’italiano: lascia scorrere il pallone Gabbiadini per poi calciare dal limite dell’area. Non è irresistibile la sua conclusione sporcata da Romagnoli; papera colossale di Viviano per il pareggio azzurro. Passano solo tre minuti e Manolo ricambia il favore per il collega di reparto. Uno-due al limite dell’area a velocità elevata ed alto coefficiente di difficoltà. Finalizza Gonzalo per il vantaggio azzurro. Sampdoria annichilita che perde anche Eder per infortunio, al suo posto Muriel.
In pieno controllo del match – C’è da giurare che Benitez negli spogliatoi abbia istruito i suoi sui pericoli dell’inizio ripresa. Il Napoli interpreta al meglio i dettami del tecnico e riparte a mille. Due minuti ed arriva la terza segnatura. Veste la fascia di capitano questa sera, napoletano non solo per la maglia che indossa ma per carta d’identità. Un lungo infortunio, un ritorno in campo più forte di prima. Recupera palla a centrocampo, punta la porta avversaria, conclusione di mezzo collo destro. Può solo guardarla Viviano, accarezzare il palo ed infilarsi in rete. Piange lo scugnizzo partenopeo ritornato al gol davanti al suo popolo. Sul 3-1 la partita dovrebbe essere in controllo ma controllare i match non è cosa da Napoli. Azzurri che continuano imperterrito a divorarsi azioni da gol e così quando arriva il calcio di rigore c’è la paura che Gonzalo possa fallire perpetuando le sofferenze. Così non è, Higuain non sbaglia. Mihajlović torna a casa con le ossa rotte, la sua Samp non c’è mai stata. Quando l’arbitro fischia la fine del match qualcuno non ha neanche notato il gol di Muriel per il 4-2 finale. C’è voglia di pensare solo al presente e se anche qualcuno di passaggio stasera al San Paolo dovrà rappresentare il futuro di questa squadra, lo sarà solo da domani. La strada è impervia ma colma di significati, è tempo di percorrerla.
Antonio Picarelli
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