Una prestazione maestosa, a suggellare un momento di forma eccellente, fatto di gioco d’altissimo livello e condizione strabordante. Una gara in cui il Napoli ha sconquassato equilibri e certezze della Sampdoria, novanta minuti chiusi con quattro reti, ma il cui bottino poteva essere nettamente superiore. Il terzo posto è a due punti, la seconda piazza tre. La truppa di Benitez prosegue, ai danni di una delle migliori realtà della Serie A, una galoppata iniziata dopo la dolorosa eliminazione in Coppa Italia contro la Lazio, continuando a mostrare fame, voglia di vincere, tutto accompagnato ad un calcio che ad oggi rappresenta sinfonia, musica dolcissima.
È qui la festa – Tre punti voluti e colti con una vittoria che nasce a metà campo, dagli spunti e l’intelligenza di David Lopez. Insuperabile, tantissima sostanza senza lasciare respiro alla mediana avversaria, sempre preciso nel dettare i tempi e nell’impostare, cercando anche la via del goal. Gabbiadini non si è nascosto al cospetto del suo passato, personalità tra le linee, bravo nel creare la superiorità, continuo il dialogo con Higuain – sopraffino l’assist per l’argentino in occasione del 2-1, bravo e fortunato nel credere nel goal del pari con la complicità di un Viviano rivedibile. Ancora decisivo il Pipita, due reti, un assist e il solito impagabile lavoro da regista offensivo. Il goal del sorpasso è essenza di classe, rabbia, precisione, la voglia di vincere che da tempo guida l’argentino nella sua esperienza partenopea, un vero lider maximo. L’argentino, però, vede questa volta la palma del migliore in campo assegnata ad un altro compagno di reparto, spirito, animo e fantasia nel trionfo del San Paolo: Lorenzo Insigne è il migliore in campo della sfida di stasera.
Lacrime da capitano – Parte bene, fortissimo, con quella spinta in più che solo la fascia da capitano stretta al braccio di un figlio di Napoli può dare. Accorto in difesa dal primo al novantesimo, in avanti dà spettacolo. Giocate sul velluto per tutta la prima frazione di gara, sempre pronto a mandare a rete i compagni e a creare imprevedibilità sulla sinistra, dove il suo dirimpettaio De Silvestri vive una vera e propria serata da incubo. Proprio all’ex esterno laziale ad inizio secondo tempo ruba palla metà campo e decide di scrivere un nuovo capitolo della sua storia fatta di caduta e ritorno, punta la rete, macina metri e da fuori innesca il destro e confeziona un tiro preciso e carico d’effetto a cui il portiere doriano può solo concedere un sofferto sguardo. Le lacrime a corredo dell’esultanza sono liberatorie, segnano la definitiva parola fine a mesi all’insegna della sofferenza, certo, ma anche da una voglia viscerale di ritornare protagonista, più forte di prima. Che dire, per il folletto di Frattamaggiore a parlare è il rettangolo di gioco.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 27 Apr 2015 - 01:12