La prova che qualcosa a Napoli è cambiata si è avuta ieri sera dopo la prima rete della Sampdoria. La squadra di Mihajlovic è andata in vantaggio con quella solita distrazione di inizio partita. Una penetrazione interna di Eder lascia le porte aperte all’autorete – difficilmente rimediabile a quel punto – di Albiol. Un mesetto fa, gli azzurri si sarebbero sciolti dopo una botta del genere che ti compromette una gara decisiva, a seguito del doppio falso passo romano.
Ma questo Napoli è diverso rispetto a quello di un mesetto fa. Wolfsburg l’ha cambiato nell’anima e nel corpo. Uno a zero palla al centro e da quel momento dominio dei giocatori di Benitez che assediano per più di un’ora una difesa blucerchiata, che mai sino ad ora era stata così presa d’assato in campionato.
Higuain e soci non ne escono fuori stavolta soltanto con il carattere. Ieri sera si è visto un gioco, una costruzione corale dell’azione offensiva, roba che ha latitato a lungo in questa stagione. Per questo motivo, i segnali per poter sperare in un finale di stagione da leggenda ci sono tutti. Il cambiamento che è nell’aria è destinato a durare, perché fermarsi ora alle porte di maggio sarebbe da stupidi oltre che da suicidi.
I binari intrapresi sono quelli che portano alla vittoria. Quelli che consentono di alzare la coppa nel cielo di Varsavia e quelli che permettono di acciuffare non solo il terzo, ma pure il secondo posto. Sogno? Scaramanzia? No, con questo Napoli è realtà.
G. Sgambati
Articolo modificato 27 Apr 2015 - 17:23