Un Napoli da spellare le mani. Squadra cinica, concreta, concentrata, in grado di leggere la partita e prendere le dovute precauzioni. Signore e signori, ecco il nuovo Napoli che si appresta ad entrare in un altro mese decisivo, maggio.
Abbandonato aprile che ci ha riservato qualche gioia (nel finale) e tanti dolori, ci si appresta a veleggiare a velocità di crociera verso la fine della stagione, la seconda del dominio spagnolo. Il Benitez-bis sembra finire in crescendo, in barba a chi diceva che il tecnico aveva perso lo spogliatoio di mano e le redini del destriero azzurro. Don Rafè si sta, ad uno ad uno, levando tutti i sassolini dalle scarpe, seppur ancora nessun traguardo sia stato raggiunto. La strada intrapresa è quella giusta ed ora non si può più sbagliare. Tanti dovrebbero oggi rendere omaggio al tecnico spagnolo, venuto da Madrid e letteralmente triturato dalla critica feroce solo quindici giorni fa. Equilibrio questo sconosciuto nella città degli eccessi, nel bene e nel male.
Benitez ha incassato colpi senza batter ciglio, quasi incurante della critica e concentrato a perseguire la propria strada finchè contratto non ci separi. Ieri l’ennesimo giro di boa, sotto gli occhi di colui il quale sembrerebbe essere il prossimo sostituto sulla panchina azzurra. Carta non canta ancora, ma le ipotesi sembrano congiungere verso il tecnico che ieri sedeva sulla panchina avversaria.
“Valuterò il business-plan con il Presidente per le prossime stagioni“. Laconico Benitez in risposta alla stampa, pressante sull’argomento che ormai ha stancato anche i più affezionati. Benitez sì, Benitez no. Ieri, intanto, lo scafato e pluridecorato mister madrileno ha insegnato ancora calcio e condotto la squadra in una bellissima vittoria che avvicina le dirette concorrenti ed allontana chi segue in classifica. Una scena al termine del match è sfuggita forse ai più. Prima di affrontare il passaggio sotto la storica curva B ed iniziare la scalinata verso gli spogliatoi, Rafa era ancora lì, mai domo nell’istruire uno splendido Insigne sui movimenti da fare o meno. Professionalità allo stato puro, nonostante la vittoria, nonostante il largo risultato, nonostante il gol del folletto azzurro. Non sapremo mai cosa si sono detti ma c’è da giurare che Rafa non smette mai di insegnare.
Antonio Picarelli
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