Dopo le parole presidenziali di ieri, capire e sapere quale sarà il futuro di Rafa Benitez è impossibile. Probabilmente sarà una decisione che lo spagnolo prenderà solo e soltanto in compagnia della sua famiglia. Può essere però interessante andare a spulciare ed analizzare l’eventuale ruolo che De Laurentiis ha offerto al suo tecnico, un posto da manager più che da allenatore, una via a lungo, anzi lunghissimo termine.
A Napoli però questo progetto è di difficilissima realizzazione e non perchè gli azzurri hanno i soliti e ben risaputi difetti strutturali in società e nell’organigramma. E’ piuttosto una questione tutta italiana e ruota su un concetto fondamentale e decisivo: pazienza.
In Serie A nessun club pensa a lungo termine, tutti sono concentrati sull’obiettivo immediato, sulla vittoria da ottenere oggi più che domani. Guardare cosa sta succedendo alle milanesi, incapaci di programmare una rifondazione. Con gli azzurri il discorso è ancor più complesso e per capirlo basta tornare con la mente all’8 Aprile, quando dopo la sconfitta contro la Lazio, l’intera piazza – o gran parte di essa – che ora esalta e celebra Benitez chiedeva a gran voce la sua testa.
Il problema è tutto qui e per questo l’idea è che Benitez rifiuterà quel tipo di ruolo che aveva in Inghilterra. Non sarà quello che in America chiamano “uomo-franchigia”. E’ possibile quindi che lo spagnolo decida di restare, ma non per cinque anni, avendo capito che la sua panchina può essere messa in discussione già dopo due sconfitte consecutive, come sarà messa in discussione in caso di mancata vittoria dell’Europa League o qualificazione in Champions. Questione di pazienza, che manca…