Le statistiche dicono che giocare contro una squadra già retrocessa non è sempre un bene. Parma già sicuro di giocare nella cadetteria e con nulla da perdere. Napoli che deve rispondere alle romane che sfidano Milano in due match incrociati e per riavvicinarsi ad una Champions che sarebbe palcoscenico ideale degli uomini di Benitez.
Sotto ritmo ed un brutto spettacolo – Pigro. Così cantava il compianto Pino Daniele, così scendono in campo gli azzurri. Pigri e svogliati come non si dovrebbe in queste occasioni. Il Parma non ha niente da perdere ed i risultati si vedono subito. Nove minuti di palleggio ducale ed il primo schiaffo a viso nudo. Calcio d’angolo regalato, uscita maldestra di Andujar che lascia il pallone comodo per il tap-in di Palladino. Gli uomini di Benitez sono degli esperti nell’harakiri, pratica giapponese che gli azzurri sembrano aver imparato alla perfezione. Inizio sotto ritmo ma che in realtà meriterebbe altre definizioni. Squadra irriconoscibile o forse il contrario, riconoscibilissima negli errori. Benitez tarantolato in panchina, forse con questi uomini non serve la carota ma solo il bastone. Preso lo schiaffone gli azzurri pareggiano il conto solo per un regalo del Parma, errore grossolano di Mendes ed Hamsik può servire Gabbiadini solo davanti a Mirante. Ventotto minuti e la situazione sembrerebbe ritornata alla normalità, l’equilibrio raggiunto nuovamente. Ci si aspetterebbe un Napoli ridestato dal torpore e colmo di adrenalina per il pericolo scampato. Non è così ed è assurdo raccontarlo. Trascorrono solo cinque minuti ed arriva il secondo schiaffo al ciuccio azzurro addormentato. Jorquera il marcatore, ancora una volta non irreprensibile Andujar sul tiro del cileno. Benitez in panchina ostenta calma apparente, serve una strigliata per far ritornare la voglia di giocare agli uomini vestiti d’azzurro.
Pareggio e rissa sfiorata – Difficilmente Benitez ha fatto cambi così celermente. Due cambi in dieci minuti per rimodellare la squadra e tentare di riprendere una sfida da non poter perdere. Callejon per Duvan (che esce zoppicando) ed Higuain per Gargano, Napoli costretto a dover cambiare gioco ed abbandonare il lancio lungo, stucchevole abitudine del primo tempo. Gli azzurri iniziano finalmente a giocare e si contano occasioni su occasioni, tardive risposte per raddrizzare la sfida. Dopo Palladino un altro napoletano si erge a protagonista. Mirante portiere di Castellammare di Stabia a respingere tutto anche al limite dell’inverosimile. Doppio conclusione di Higuain, Gabbiadini a giro sul palo più lontano, Callejon da due passi con la complicità del palo. Tutto in una trentina di minuti prima che Mertens metta le cose a posto. Due a due in un interminabile sfida a suon di gol. Parma stanco che stenta a contenere i partenopei che con venti minuti a disposizione non riescono a superare per la terza volta la difesa ducale. Si finisce in maniera nervosa con un rigore sacrosanto per il Napoli, Mirante diviso da Higuain e Galloppa alla ricerca di qualche disputa. Quello che conta è il pareggio piccolo piccolo che vale davvero troppo poco.
Antonio Picarelli
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