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Italo Cucci: “Mi aspetto una strigliata da De Laurentiis alla squadra, il Napoli avrebbe potuto lottare per ben altri obiettivi”

Spero che l’autoritario Aurelio de Laurentiis – il presidente  castigamatti che ha lanciato la moda dei ritiri punitivi – questa volta s’inventi una tortura più efficace: deve costringere Rafa Benitez e i suoi giocatori a rivedersi più volte la partita della Lazio contro l’Inter, una lezione di calcio, coraggio e abnegazione da opporre alla farsa di Parma, dove si è vista una squadra di Golia armati di cannoni tremare davanti a una dozzina di Davide armati di fionda. Il Napoli,  gestito con improntitudine e sicumera dallo spagnolo che pretenderebbe una rifondazione milionaria per sentirsi rassicurato, ha rischiato di uscire sconfitto dal campo dei “falliti” che qualcuno pretendeva arrendevoli, disposti a consegnare agli azzurri i tre punti che cercano per entrare in Champions.

Il Parma, condannato alla retrocessione dai suoi dirigenti, ha esibito non solo coraggio ma qualità tecniche superiori ai potenti avversari, soprattutto un encomiabile spirito di squadra opposto alle iniziative solitarie di Hamsik, Mertens,  Gabbiadini, campioni ridotti dal loro leader ad arrancare davanti ai gialloblù trascinati dal piccolo Mauri all’impresa he resterà negli annali del club emiliano. Ma una virtù Benitez la possiede ed esibisce: la fortuna che accompagna le sue poco onorevoli gesta consentendogli di restare in corsa per un posto nell’Europa che conta con un calendario decisamente favorevole rispetto a Roma e Lazio che si giocheranno la Champions in un derby che s’annuncia memorabile. Ho scritto fino alla noia della potenza di questo Napoli che, se condotto con un minimo di competenza, avrebbe potuto sfidare la Juve invece di lasciarla vincere il quarto scudetto consecutivo con un vantaggio di venti punti che fino a ieri – prima della penosa esibizione di Parma – era già motivo di profonda prostrazione.

La partita dell’Olimpico, nonostante gli errori arbitrali che hanno condannato la Lazio a una ingiusta sconfitta, ha chiuso un week end di grande calcio, certamente superiore a quello che da lungo tempo i disfattisti dipingono come il peggiore d’Europa, a partire dalla lezione inflitta dal Milan a una Roma smarrita; è stata dapprima la domenica delle provinciali, dell’audace Atalanta come del disperato Cesena che s’è spento con le notizie che arrivavano da Palermo; così come si è esaltata la Sampdoria di Mihajlovic davanti alla peggiore Udinese della stagione, incapace di dare un contributo di energia e passione all’amara festa di Totò Di Natale che ha trovato comunque il modo di arricchire il suo bottino di gol, duecentosette da affidare alla storia del campionato. Ora ci si augura di vivere le prossime puntate del Giallo Champions all’insegna della sana passione e di arbitraggi decorosi. Fa festa, infine, ma con dignitosa compostezza di Mancini, l’Inter avviata a conquistarsi un posto in Europa League grazie soprattutto all’arbitraggio di Massa che si è inventato gol e rigori. Lotta continua.

FONTE Italo Cucci per Il Roma

Articolo modificato 11 Mag 2015 - 12:30

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Scritto da
redazione