Il dato certo che esce da questa stagione è che i punti in Serie A rispetto alla scorsa stagione saranno meno, molto meno. L’anno scorso la Serie A degli azzurri si concluse a quota 78, oggi a tre dalla fine siamo ad appena 60, un bottino molto magro che tiene in corsa per la Champions solo per il cammino altrettanto lento di Roma e Lazio.
I punti che mancheranno saranno da attribuire solo e soltanto ad una grande e fondamentale differenza: il rendimento in trasferta. In questa stagione, gli azzurri fuori dal San Paolo hanno faticato tantissimo e non sono quasi mai riusciti ad imporre il proprio gioco. E pensare che il 2015 era partito con tre vittorie esterne consecutive: Cesena, Lazio e Chievo. Da febbraio poi, il black out. Palermo, Torino, Verona, Roma, Empoli e Parma sono state tutte delle Caporetto, intervallate soltanto dal successo contro il Cagliari.
I risultati però non potranno mai rendere fede quanto lo scarso rendimento dei partenopei. Gioco nullo, voglia di lottare pari a zero e primi tempi completamente regalati agli avversari.
Per questo motivo, viene da chiedere quale sarà la prova che il Napoli darà in Europa League contro il Dnipro. A Kiev si gioca la gara più importante della storia recente azzurra e fallirla sarà come buttare all’aria il lavoro degli ultimi cinque anni. Un disastro assoluto. Il Dnipro non è certo il Barcellona è ovvio, ma non è nemmeno inferiore a squadre come Empoli e Parma, con le quali sono stati persi punti pesantissimi.
La domanda per questo è ovvia: cosa c’è da aspettarsi giovedì sera? Una notte simil Wolfsburg o l’ennesimo dolore al fegato?
Nelle gambe, nella testa e soprattutto nel cuore che gli azzurri metteranno in campo starà la risposta…
G. Sgambati