Pochi giorni fa parlavo con un tifoso, uno di quelli veri, che ogni partita è presente al “San Paolo” e non fa mancare la sua passione. Mi diceva: “Se non vinciamo questa Europa League, nei prossimi anni la vedo tosta, una discesa continua”.
Non mi sento di condividere questa frase, che è abbastanza estremizzata, ma credo che in queste parole ci sia un minimo di verità. Il Napoli stasera non può permettersi di perdere quello che è un treno che passa assai raramente. Fallire la semifinale con il Dnipro equivale a mandare all’aria un progetto firmato De Laurentiis, Benitez, Higuain e soci. Un progetto su cui sono stati investiti soldi e soprattutto tempo.
A Kiev gli azzurri si giocano un futuro prossimo abbastanza importante. Non si tratta solo di Champions, quanto di esperienza e storia. I 27 anni che dividono da Stoccarda sono un enormità di tempo che va cancellata se si vuole intraprendere la via per diventare un top team. La priorità è e deve essere quella di arricchire una bacheca che, Coppe Italia a parte, è ferma dai fasti degli anni ’80.
Già la possibilità di giocarsi una finale sarebbe oro. Se la Juventus ieri sera ha evocato il suo percorso iniziato dalla serie B e finito a Berlino, il Napoli avrebbe ancora più lustro perché il cammino di De Laurentiis è partito da un fallimento e dalla serie C, dove costruire e ricostruire era quasi impossibile.
Per questo motivo, l’unico augurio è quello di incrociare le dita e di avere tanta speranza, visto che le porte del futuro sono tutte da aprire.
G. Sgambati