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Il Napoli si scioglie sotto il diluvio ucraino. Dnipro in finale contro ogni pronostico

Qui si scrive la storia. Semifinale di Europa League, non si contano più le volte che si è ricordato da quanto il Napoli non arrivava a questi livelli. Oggi Napoli era una città in silente fermento. Come il ragù pippea nelle pentole e cuoce lentamente, così Napoli oggi viveva la propria giornata illudendosi che fosse come tante altre.

Novanta minuti da brividi per assaporare ancora una finale, come non accadeva da anni, tanti, troppi. Lo scippo dell’andata non può essere lo spartiacque per la stagione azzurra. Azzurri tecnicamente più forti degli avversari e pronti a fare la partita. Le scelte di Benitez parlano chiaro, dentro Gabbiadini, lasciando fuori il capitano, confermato Britos al fianco di Albiol. Inler-David Lopez la cerniera centrale.

Piove su Kiev – Dieci minuti di autentico fervore agonistico. Squadre che partono a mille, la Dnipro sembra volersela giocare. Ritmo altissimo e compagini che rispondono colpo su colpo. Sui piedi di Higuain la palla del vantaggio azzurro quando il cronometro ha compiuto sette giri completi. Gonzalo continua purtroppo sulla scia dell’andata, inutile provare ad abbattere il portiere avversario che respinge come sette giorni fa. Si stempera la partita pian piano e con il passare dei minuti; la Dnipro torna a fare la Dnipro rintanandosi nella propria area ed attendendo gli azzurri. La pioggia scende copiosa ed il campo pesante non fa che aiutare i ruvidi giocatori ucraini che non disdegnano interventi al limite del regolamento. L’unico che sembra non accorgersene è il portiere Boyko strepitoso al minuto ventotto sul colpo di testa del solito Higuain. Quando non lo ferma l’estremo difensore ucraino ci pensa la terna arbitrale, con il pipita lanciato verso l’area di rigore. Fa capolino la Dnipro quando il Napoli stenta ad imbastire una manovra degna di tal nome; Seleznyov, autore del gol dell’andata tenta di bissare con l’unico tiro in porta, bravissimo Andujar a deviare in angolo una palla viscida. Che non fosse facile si sapeva sin dall’inizio; si prospetta una battaglia bagnata,  sperando sia anche fortunata.

Per la storia dovremo aspettare – Benitez prova a cambiare qualcosa, Napoli troppe volte anticipato sui classici secondi palloni, quelli per ripartire. Richiamato in panchina Gabbiadini per Hamsik pronto ad inserirsi tra le linee e sgravare dalle marcature i centrocampisti azzurri sempre anticipati. Pochi minuti ed è la Dnipro a sbloccare la partita; se gli ucraini non hanno fatto nulla per sbloccarla il Napoli poco più. E’ ancora Seleznyov l’unico pericoloso a trovare il gol di testa trascinandosi Britos che gli si appende addosso. Arrivo il momento di cambiare qualcosa e Benitez chiama fuori Insigne per mandare nella mischia un pimpante Mertens. Crea il belga, che spesso riesce a saltare l’uomo o almeno ci prova. Sparito dalla scena Higuain dopo l’errore del primo tempo e con un David Lopez così impreciso il Napoli spedisce in area palla su palla senza cavare un ragno dal buco. Eppure ci sarebbero trenta minuti per recuperare un gol ad una squadra modesta. Il Napoli non ha la forza, il campo fa il resto e per poco non ci scappa il secondo gol ucraino con la traversa di Matheus. Siamo sicuri che i tifosi del Napoli non se ne saranno neanche resi conto. Si esce così, contro una squadra modesta, e contro qualsiasi pronostico. Il traguardo era lì, ad un passo. Varsavia non vedrà gli azzurri gareggiare per l’Europa League 2015 ma è necessario che da queste ceneri possa nascere un Napoli ancora più forte.

Antonio Picarelli

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