In America si chiama General Manager ed è una figura fondamentale per l’andamento di una società sportiva. In Inghilterra si chiama soltanto Manager e ricopre gli stessi ruoli del suo pari oltre Oceano. In Italia questa figura sarebbe il direttore sportivo, ma eccezioni a parte, non ha la stessa importanza dei suoi colleghi in Inghliterra e negli Stati Uniti. A Napoli questo ruolo manca del tutto.
L’anno prossimo gli azzurri devono iniziare un nuovo percorso. Un anno zero da cui rifondare e ricreare un progetto, dopo che sembra essere arrivato il momento di salutare Benitez. L’occasione per ricostruire è ideale perché a quanto pare anche Bigon è all’addio, destinazione Hellas Verona. Per questo motivo De Laurentiis deve pensare molto bene a come cambiare struttura societaria, magari mettendo un uomo di fiducia a capo dell’azienda e dare a lui pieni poteri.
Quest’anno è mancata proprio una persona di riferimento che facesse da collante, da collegamento diretto tra tecnico, calciatori e presidente. Bigon è un buon dirigente, ma a lui sono state affidate più compiti di mercato che di gestione. Serve un uomo abile a tenere a bada sia l’aspetto tecnico, sia quello economico, sia il mercato. Insomma, un vero e proprio leader.
Farebbe molto bene De Laurentiis a delegare questo super dirigente visto che negli ultimi dodici mesi abbiamo visto come ci siano stati grossi e ripetuti vuoti di comunicazione, specialmente con i tifosi. Il presidente cerca di essere presente il più possibile a seguito della squadra, ma essendo anche impegnato nel cinema, è molto difficile sdoppiare gli impegni. Ha fatto scalpore per questo motivo la sua assenza a Kiev, la partita più importnate dell’anno, finita come tutti sappiamo.
Per guardare nella casa degli altri, al Napoli servirebbe un Galliani vecchio stile oppure un Marotta. Sempre al seguito della squadra, sia in casa sia in trasferta. Un uomo di rappresentanza nelle riunioni che contano ai piani alti e una voce che parla alla tifoseria. Un tutto fare, uno che si prende le responsabilità davanti a vittorie e sconfitte.
G. Sgambati