Il tifoso napoletano è stato creato geneticamente con la predisposizione alla sofferenza. Un sentimento vissuto al limite, paradossalmente, anche quando il Napoli non gioca. E forse anche di più. Ne è il chiaro esempio il pomeriggio di ieri. Un’altalena di emozioni in grado di destabilizzare anche il più pacato degli animi. Nel Derby della Capitale c’erano in campo Lazio e Roma ma nell’aria era tangibile una fortissima connotazione d’azzurro.
E allora sussulti, grida, urla ed esultanze nei quartieri della città neanche stesse giocando il Napoli, appunto. In realtà lo stava facendo eccome: gli azzurri si giocavano l’ultimo obiettivo stagionale pur non scendendo in campo. Altro paradosso di una stagione che ha vissuto sulle ali delle bizzarrie e delle incongruenze. E si soffre, naturalmente. Così come quando i partenopei vanno in vantaggio ma disgraziatamente si lasciano raggiungere con facilità provocando ingrossamenti di fegato a destra e a manca, la Lazio ha riposto al gol del vantaggio della Roma (conditio sine qua non per le speranze di Champions del Napoli) lasciando lo stesso retrogusto amaro.
Per poi passare dalla disperazione al grido esultante e speranzoso in un secondo: è l’insospettabile Yanga Mbiwa a firmare il gol vittoria giallorosso, mandando in estasi la Curva Sud, sconfessando il fantasma biscotto che aleggiava minaccioso sull’Olimpico e, soprattutto, concedendo al Napoli un perfetto assist, di quelli minuziosamente precisi che vanno spinti in rete senza indugio.
Il Napoli questa volta non può fallire. Dev’essere implacabile, proprio come un bomber gelido che trasforma in gol un perfetto passaggio del proprio trequartista. Gli azzurri non possono e non devono opporsi al destino che così benevolo ha donato un’altra chance quando tutto sembrava perduto.
Domenica sera contro la Lazio 90 minuti che valgono un’intera annata. Parafrasando Benitez, è l’ultima nuotata verso la spiaggia. Questa volta senza appigli o scialuppe di salvataggio.
Classica partita da dentro o fuori, nuotare o affogare: è tutto nelle mani del Napoli.
Antonio Allard (Twitter: @antonioallard1)
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