Al+di+l%C3%A0+di+ogni+immaginazione%26%238230%3B
spazionapoliit
/2015/06/01/al-di-la-di-ogni-immaginazione/amp/

Avremmo dovuto immaginarcelo. Un tempo, non molto lontano, ci lasciavamo il cuore in campo, quest’anno ci abbiamo lasciato il fegato. Verde, amaro, consumato, distrutto.

Avremmo dovuto immaginarcelo. Non siamo mai stati quelli del “carpe diem”. Almeno non quest’anno. Non siamo mai stati quelli dei “3 palloni nel primo tempo e arrivederci e grazie!!”. Non siamo mai stati quelli che “ci piace vincere facile”. Perché avremmo dovuto cambiare proprio all’ultima partita di campionato? Con l’acqua alla gola, con un solo risultato su tre, con un allenatore già via e probabilmente con lui anche qualcun altro e contro una Lazio molto più determinata di noi?

Avremmo dovuto immaginarcelo. Che poi fare una conferenza stampa in pompa magna, nel pieno dei soliti deliri di onnipotenza del Presidente, logorroico sempre nel momento sbagliato, in cui si annuncia che chi sta allenando la squadra prima della partita più importante della stagione, dal giorno dopo non ci sarà più, è stato veramente molto furbo. Una strategia di comunicazione che neanche Osama Bin Laden avrebbe mai potuto mettere a punto. Ho sempre pensato che ci vorrebbe uno psicologo nello spogliatoio e uno studioso di comunicazione nella società. O basterebbe solo un po’ di buon senso. Credo che con questo assetto non lo sapremo mai.

Avremmo dovuto immaginarcelo. Avevamo una difesa impalpabile, un centravanti appesantito, un capitano silenzioso, un allenatore rigido nel suo modulo e nei suoi cambi e nelle sue convinzioni, una fascia sempre in emergenza, compresa quella di capitano, un Mertens che funziona a singhiozzi e due portieri che, forse, insieme, ne fanno uno intero. E tifosi che si lamentano. Protestano, contestano e si lamentano. Poi tornano a casa e pubblicano sui social network foto e video di tifoserie altrui, di respiro europeo, e si chiedono perché non siamo come loro.

Avremmo dovuto immaginarcelo. Noi siamo quelli della maglia jeansata, quelli della maglia camouflage, che c’è ancora qualcuno che si sta chiedendo quella col fondo giallo che fine abbia fatto. Ma come ha ben scritto la curva A, speriamo l’anno prossimo di essere quelli della maglia sudata. Che ha più senso del leopardato, se poi in campo di felino vediamo ben poco.

Avremmo dovuto immaginarcelo già dalla richiesta del ritiro. Per la serie “abbiamo bisogno di riprendere concentrazione e coesione”. Per la serie “ eravamo già in vacanza con il sedere su qualche spiaggia esotica, e, invece, ci tocca stare ancora qui a fare finta che ce ne freghi qualcosa”. Noi l’abbiamo vista come una chance in più e caduta dal cielo, noi l’abbiamo vista come un’opportunità di riprendere una stagione altrimenti persa tra un “mannaggia qua” e un “mannaggia là”, e, invece, loro l’hanno vista come una siringa di adrenalina prima della morte cerebrale.

Avremmo dovuto immaginarcelo. E’ sempre stato così. Loro segnano tante volte quanti sono i tiri verso la porta. E così la Lazio si trova con due tiri in porta e due goal già al primo tempo. Sarebbe stato tutto perfetto in una stagione che di perfetto non c’è stato niente. Recuperare e vincere. Come quando a fare la tripletta della rimonta era stato un mostro passato di qua per un po’. C’erano amici venuti apposta da Torino, che sul  secondo goal azzurro mi hanno cercato con lo sguardo per esultare, da lontano, ma insieme. C’era il Club Napoli Ivrea che ha fatto le capriole pur di stare lì con noi. C’era anche chi si lamentava fin dal primo minuto, ma sul 2-2 è rimasto seduto, tra l’incredulo e il felice, aspettando l’abbraccio degli amici. L’ho cercato apposta per regalargli quest’emozione. Sarebbe stato perfetto. Un rigore, pare inesistente. Sarebbe stato un furto?! Può essere, ma se Higuain avesse tirato quel cavolo di rigore senza il piede pesante, come un qualunque giocatore dai piedi decenti e da decine di milioni di euro, a quest’ora ci saremmo presi anche i cori del “siete come la Juve”. E invece come la Juve non lo siamo per niente. Se fossimo stati davvero come la Juve, avremmo giocato con il sangue agli occhi, non avremmo regalato un tempo, non avremmo avuto bisogno di ri gori regalati e avremmo zittito tutti con almeno un altro goal.

Avremmo dovuto immaginarcelo. Che poi era la giornata nazionale degli impresentabili, per cui è stato giusto onorarla anche in campo. E poi raggiungere l’Europa che conta nel giorno in cui abbiamo la fascia a lutto per ricordare il mitico Petisso. Sarebbe stato troppo facile scrivere di una serata così. Che poi, a dirla tutta, avevano anche dimenticato di distribuire le fasce a lutto alla squadra. Da qui gli interminabili minuti prima di cominciare, con voci che si rincorrevano su un’inutile attesa di contemporaneità con le altre partite. E invece è stata l’ennesima figuraccia imbarazznte di una società che di eruopeo ha ancora poco. E Higuain che fa una tripletta e si porta il pallone a casa nella giornata più importante della stagione?! I palloni a casa se li portava un altro, uno che il giorno prima aveva deciso, con un gran colpo di testa, una finale di Coppa di Francia. E, per piacere, non cadiamo nel tranello dei paragoni. Proprio oggi non servono a niente. Oltre che delusi e tristi e arrabbiati, rischieremmo di essere anche patetici e ridicoli.

Avremmo dovuto immaginarcelo che se loro restano in 10, noi per solidarietà facciamo altrettanto. Si sa che siamo gente di cuore. Ecco perché dopo il terzo, gli abbiamo fatto fare anche il quarto. Saremmo rimasti con la possibilità di dire “che ciorta!”. E invece no. E’ stato proprio lassismo e zero volontà.

E avremmo dovuto immaginarci le lacrime di fine partita di un amico, la fuga dagli spalti prima del fischio di fine da parte di altri, gli sfottò delicati di amici laziali, tra cui uno nato e cresciuto a Cava de’ Tirreni. Che prima o poi mi spiegherà perché.

Insomma, avremmo dovuto immaginare tutto ciò. E invece abbiamo preferito sognare e dare fiducia.

E, in fondo, sono contenta così. Mai snaturare se stessi, anche quando tutto intorno ci dice di perdere le speranze e arrendersi.

Che poi, a pensarci bene, in questa giornata post-elezioni, non sto parlando neanche più solo di calcio.

Al prossimo anno. Adesso, è arrivato il meritato riposo per  il vostro povero fegato.

E sempre Forza Napoli!

Articolo modificato 1 Giu 2015 - 19:23

Share
Scritto da
redazione
Tag Lazio