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Game Over come tutti hanno detto ieri. Come ha scritto la curva. Con tre punti esclamativi come i tre fallimenti di una stagione da prendere e buttare via. Coppa Italia, Europa e campionato, tutto sbagliato. 

La partita di ieri è stata la specchio di una annata, che è sorta in modo disgraziato con quella figuraccia contro il Bilbao ed è continuata pure peggio. Un annata dove sia ben chiaro, il Napoli le sue occasioni le ha avute, aiutato anche dal destino o dalla buona sorte. Basta soltanto pensare che la Lazio, tra lunedì e ieri, ha fatto di tutto per perdere un terzo posto che si è assolutamente meritata. 

Eppure i numi hanno giocato dalla parte degli azzurri. Dopo un primo tempo completamente disastroso, Parolo – l’autore del primo gol – decide di suicidarsi sportivamente e prima regala la palla persa del 2 -1 firmato Higuain e poi non contento, prende una stupida espulsione. A tutto ciò si aggiunge l’altro errore clamoroso di Felipe Anderson e un rigore generoso concesso da Rocchi. Insomma, c’erano tutti gli elementi per pensare che il fato dicesse “il Napoli deve andare in Champions”. Forse da lassù, ci avrà anche messo una mano il compianto Bruno Pesaola, alla quale il pubblico ha dedicato un commuovente tributo.

Ma anche questa volta non c’è nulla da fare. Come in ogni singola minima occasione, il Napoli nel momento decisivo sciupa tutto (con il rigore di Higuain che sarà il simbolo di questo sperpero) e questo sarà l’errore più grande che accompagnerà il ricordo di questa triste cavalcata al quinto posto. Non capita tutte le annate di avere l’occasione di rimediare alle brutte sconfitte subite. Quest’anno la sorte è stata vicina agli azzurri, che non ne hanno approfittato. Non sarà sempre così, purtroppo. 

Per questo motivo la partita di ieri rischia di pesare non solo sul presente, ma anche sull’immediato futuro. Perché oggi ci si sveglia tutti in un anno zero. Una dirigenza da rifondare, una panchina da assegnare, una rosa da ricreare. Cambieranno molte cose e speriamo che questo cambiamento sia fatto con la mente e con la ragione e non con l’impulso di fare spettacolo. 

Napoli necessita di idee, di creatività e di uomini con più spirito di sacrificio che qualità. Ma soprattutto Napoli necessita di chiarezza e a nessuno venga ora l’idea di parlare di scudetto. Questo quinto posto può essere una benedizione perché tutti, dal presidente all’ultimo dei tifosi, devono capire che si deve scendere dal piedistallo. Si deve tornare a volare bassi, a partire da piccoli obiettivi per poi sperare, dopo un lungo processo di crescita, di diventare grandi.

Quello che è stato perso in questi due anni è il tempo, null’altro. Ora questo tempo va recuperato perché le possibilità sono due: o si inizia a lavorare bene per arrivare un domani ad ambiziosi obiettivi, oppure si continua di questo passo ed allora la discesa sarà inesorabile.

G. Sgambati

Articolo modificato 1 Giu 2015 - 18:29

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redazione