Dopo la sconfitta contro la Lazio e la mancata qualificazione ai preliminari della prossima Champions League è arrivato per il Napoli il momento di fare i conti, ma con l’oste, visto che la stagione non ha più nulla da offrire. Ecco perché dunque è prioritario mettersi già in ottica futuro e pensare alla prossima stagione.
CAPITOLO PORTA – Bisogna ripartire da zero, o meglio, dal fondo del campo. Ecco perché l’acquisto di Pepe Reina è un ottima base di partenza per la prossima stagione. Troppi errori dei portieri hanno condizionato la stagione del Napoli. Più Rafael che Andujar, ma le difficoltà sono state note a tutti i tifosi azzurri. L’arrivo di un leader carismatico come il portiere spagnolo può essere solo ossigeno puro. Neanche al ritorno in serie A il Napoli subì così tanti gol e a difendere la porta azzurra c’erano Iezzo e Navarro; portieri rispettabilissimi, ma con un blasone minore rispetto a quelli di questa stagione.
6, 8, 18, 21 – No, non si tratta dei numeri del SuperEnalotto. Sono quelli dei giocatori su cui si nutrono maggiori dubbi riguardanti la loro permanenza a Napoli. De Guzman non vede il campo dallo scorso 4 aprile. Non è mai entrato veramente nei cuori dei tifosi azzurri, nonostante Benitez ne facesse un uso talvolta eccessivo. Dopo aver disputato un buon mondiale in Brasile, l’olandese è andato incontro ad un lento declino, ma non è esclusa una sua permanenza. Su Jorginho sono state spese tante parole in questa stagione, quella della (mancata) consacrazione. L’ex Verona ha sbagliato praticamente ogni partita giocata e il centrocampo ne ha risentito. Zuniga ha collezionato quest’anno la miseria di 10 presenze, ma secondo lo staff medico della Colombia è arruolabile per la Coppa America. Insomma, una stagione da rivedere ed un futuro a Napoli che è tutt’altro che scontato. Ultimo, ma non per importanza, Miguel Pérez Cuesta, meglio noto come Michu. Il popolo napoletano ricorderà per molto tempo l’inspiegabile passaggio a Callejon a tu per tu con il portiere Iraizoz contro l’Athletic Bilbao. Per il resto, nada. 6 presenze in totale, per un minutaggio complessivo di 240′. In pratica è come se si fosse giocato solo 3 partite complete. Decisamente poco per pensare anche solo lontanamente che possa restare a Napoli. Di tutti i giocatori di cui sopra il numero 21 di Oviedo può già tranquillamente iniziare a fare le valigie.
“Che ne sarà di noi”, cantava Gianluca Grignani. E non ha neanche tutti i torti. La mancanza di qualità può essere vista come un segnale della deludente stagione del Napoli. Perché due reparti su tre erano sì competitivi, ma con le giuste e dovute considerazioni da fare. Del resto è stato ricordato domenica sera dalla curva A al presidente De Laurentiis: “Chi è origine del suo mal, pianga se stesso”. Ecco, con la stagione conclusa è giusto che chi abbia sbagliato si assuma le proprie responsabilità. Altrimenti, ahinoi, non ci sarà mai il definitivo salto di qualità.
Francesco Vassura
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Articolo modificato 2 Giu 2015 - 10:08