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Nasce il Napoli Supporters Trust: “O De Laurentiis ci fa entrare, o ci prendiamo tutto il Napoli”

Un progetto tanto affascinante quanto utopistico. E’ stato presentato questa mattina a Napoli, in una delle sale dell’incantevole scenario del Chiostro di Santa Chiara, il “Napoli Supporters Trust”.

L’idea è quella di una sorta di azionariato popolare, attraverso il quale i tifosi possano far sentire la propria voce in società. Andiamo con ordine. Carmine Carlo, uno degli ideatori del progetto, spiega come è nata l’idea: “Il pensiero che un club calcistico possa essere governato anche dai tifosi ci ha sempre affascinato. L’esempio classico in tal senso è il Barcellona, che può contare sul sostegno di circa 200 mila soci. Ma noi siamo andati oltre, abbiamo studiato la composizione anche di altri club. E in tutt’Europa il trust dei tifosi è un istituto molto sviluppato: Real e Atletico Madrid, ma anche Bayern Monaco e altre società possono contare sul supporto, non solo morale ma anche economico, dei propri tifosi. In Germania ad esempio la legge prevede che il 50% della proprietà dei club di calcio sia detenuta da questi trust. E’ il calcio che cambia. Tralasciando le proprietà degli sceicchi, non ci sono più presidenti disposti a essere mecenati per le squadre. Noi crediamo che questo sia il momento giusto per inaugurare anche in Italia il trust dei tifosi: ne ha parlato qualche mese fa anche Aurelio De Laurentiis”.

COME FUNZIONA – O meglio dire come funzionerebbe. In sostanza esistono due possibilità: diventare supporter junior, senza versare soldi e senza avere diritto di voto; oppure supporter senior, versando la cifra minima di 100 euro all’anno e avendo diritto ad un voto. Versare una cifra più alta, non fa crescere il potere decisionale: ciascun membro ha diritto sempre e solo ad un voto, indipendentemente dai soldi che ci mette. Con il versamento in danaro si entra a far parte del Comitato dei Supporters, attraverso il quale si elegge il Presidente del Comitato e si nomina il direttivo, composto di 11 membri. Importante: durante l’iscrizione, viene chiesto il codice fiscale; un sistema di controllo che consente di fermare chi è colpito da Daspo, che dunque non può prendere parte all’iniziativa.

 TUTTO MOLTO BELLO, MA… – Ci sono già stati contatti con De Laurentiis? A rispondere alla nostra domanda è l’Avvocato Simone Forte: “Abbiamo avuto due incontri con l’head of operations del Napoli, Alessandro Formisano. Non a caso, dopo il primo di questi contatti – era il periodo della Supercoppa a Doha – De Laurentiis parlò per la prima volta di azionariato popolare”. Ma che il produttore cinematografico possa cedere una parte, seppur piccola, del Napoli, non è utopia? “Il presidente tiene molto alla sua creatura, questo è sicuro. Per togliersene un pezzettino, dovremo essere tantissimi. Dobbiamo diventare forti, e per questo ci siamo dati un anno di tempo: già nel mercato della prossima stagione, quello dell’estate 2016 per intenderci, vogliamo essere operativi con il Napoli, prendere delle decisioni”.

IN CASO DI RIFIUTO – “Se De Laurentiis dovesse rifiutare la nostra proposta – dice ancora Carmine Carlotutti i soldi versati verranno investiti in opere di beneficenza. Ma siamo sicuri che non finirà così: se avremo una risposta importante dai tanti tifosi azzurri, contiamo di entrare nel Consiglio di Amministrazione. E se il presidente ci dicesse di no, ce lo potremmo prendere totalmente. In fondo tutto ha un prezzo”. Insomma, idee chiare da parte di questi tifosi. Meno chiara sembra l’attuazione di queste idee, soprattutto conoscendo come la pensa De Laurentiis. Una verità assoluta è quella racchiusa nelle ultime parole di Carlo: “Tutto ha un prezzo”. Che sia questo l’inizio di un primo scossone societario dell’era post fallimento? Staremo a vedere.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

Articolo modificato 5 Giu 2015 - 18:14

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