Il nome di Maurizio Sarri sta già dividendo in queste ore la piazza napoletana. C’è una parte dei tifosi che non nasconde lo scetticismo per un tecnico che finora ha allenato solo in squadre piccole, e che ha alle spalle un solo campionato di serie A. Di contro c’è chi si dice felice della scelta di De Laurentiis, perchè desidera vedere un Napoli che abbia un’impronta più italiana e non per questo meno bella. Come in ogni cosa è probabile che la verità stia nel mezzo, noi proviamo a raccontare l’allenatore e l’uomo Sarri attraverso le parole di un collega di Empoli, Alessandro Marinai di Antenna 5, che esordisce così a spazionapoli.it: “E’ un grande tecnico, su questo non ci sono dubbi. E’ un allenatore nel vero senso della parola, non è un gestore: lavora molto in campo, maniaco dei numeri e desideroso di provare a prevenire tutte le situazioni che possono verificarsi durante la partita”.
Può bastare per un club come il Napoli, nonostante la sua mancanza d’esperienza in serie A?
“Capisco che possano sorgere dei dubbi. Ma se davvero la meritocrazia è un concetto ancora valido, allora bisogna dire che Sarri merita questa chance. La merita perchè ha iniziato dalla terza categoria, salendo ogni volta un gradino e arrivando in serie A. Nel nostro campionato allenano o hanno allenato tecnici che non si erano mai seduti su una panchina, lui invece ha un’esperienza ventennale, sa come si fa questo lavoro”.
Dal punto di vista tattico è davvero poco integralista come si dice?
“E’ una persona che sa cambiare. Ha iniziato ad Empoli con il 4-4-1-1, lui ama molto che le punte giochino in verticale tra loro. Poi capì che quel modulo era poco adatto al materiale tecnico che aveva a disposizione, e ha cambiato. Oggi adotta il 4-3-1-2, modulo con cui solitamente parte dal primo minuto. Ma nelle ultime gare soprattutto, anche se a partita in corso, ha adottato spesso il 4-3-2-1, il classico modulo ad albero di Natale”.
Se dovessi elencare un suo difetto?
“Non so se di tale possa trattarsi, ma non ama il turnover, anzi. Gioca quasi sempre con gli stessi 11, anche i cambi sono sempre gli stessi. A Napoli probabilmente dovrà smussare questa sua convinzione, giocando tre manifestazioni avrà bisogno di ruotare necessariamente gli uomini”.
Le palle inattive sono un difetto atavico del Napoli. Come si pone di fronte a quest’aspetto fondamentale nel calcio moderno?
“All’inizio anche l’Empoli subiva tanto su gioco da fermo. Ed era un suo cruccio: non riusciva a capacitarsi di come i calciatori non riuscissero a portare in campo situazioni ripetute tante volte in allenamento. E’ una parte del gioco su cui lavora molto, e alla lunga i risultati si sono visti, non solo in fase difensiva ma anche in attacco: non è un caso che i difensori dell’Empoli abbiano segnato spesso su calcio d’angolo”.
Giusto dire che è un maniaco della fase difensiva?
“La cura molto. Anche perchè gioca con una linea molto alta, quasi a centrocampo. E i meccanismi devono essere ben oleati, altrimenti si rischiano figuracce”.
Si porterà Valdifiori a Napoli?
“Io credo proprio di sì. Mirko è uno dei suoi “segreti”. Tutto il gioco dell’Empoli passa dai suoi piedi. E’ fondamentale. Così come il suo staff. Pensate: il suo preparatore atletico è Francesco Sinatti, un ragazzo di nemmeno 30 anni che ha consentito all’Empoli di avere una condizione fisica alta e costante durante tutto l’arco della stagione”.
In ultimo il Sarri uomo.
“Persona genuina, schietta. Niente peli sulla lingua, se ha da dire qualcosa lo fa. Io sono davvero curioso di capire come si svilupperà questa sua avventura a Napoli. L’ha meritata, di questo sono convinto”.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano