Sono le 21.37 quando una calda serata napoletana di inizio estate viene scossa dall’annuncio che tutti aspettavano da tempo, troppo tempo. Aveva assunto i connotati di una telenovela: incontri su incontri a Napoli così come a Roma. Dubbi, i soliti dettagli da limare, magari qualche ripensamento e poi la decisione ufficiale dopo una settimana di turbinio di notizie e continui ribaltamenti di fronte.
Sono le 21.37 quando Maurizio Sarri viene ufficializzato quale nuovo allenatore del Napoli. A lui l’arduo compito di guidare la ripartenza azzurra dopo i due anni di Rafa Benitez. Un thriller che ha tenuto col fiato sospeso la piazza partenopea per lunghi e tormentati giorni non poteva certo trovare un epilogo banale. Ecco la sorpresa: il tweet che annuncia la firma del tecnico giunge dall’account ufficiale della società e non, come tutti si aspettavano, dalla viva voce del presidente De Laurentiis che negli ultimi anni ha abituato tifosi e addetti ai lavori nell’opporre personalmente il proprio sigillo sulle trattative azzurre, ufficializzandole con il suo tweet canonico. Dall’ultimo dei calciatori fino al nuovo tecnico (ricordiamo quello per Benitez, ad esempio). Semplicemente un caso? Forse. Che questo non-gesto possa essere portatore di significati intrinsechi? Non è da escludere. Magari è anche questo un segnale indicativo di un cambiamento di rotta, di un Napoli più a gestione societaria che univoca come avvenuto in questi anni.
Sono le 21.37 quando Maurizio Sarri percepisce già, nei suoi primi secondi da allenatore del Napoli, tutte le contraddizioni, le sfumature e gli incomprensibili aspetti che ciò comporta. Leggendo la nota della società azzurra risulta impossibile non notare una certa freddezza, un controllato distacco nella forma di comunicazione della notizia.
“La #SSCNapoli comunica che l’incarico di allenatore della prima squadra per la prossima stagione 2015/2016 sarà affidato a Maurizio #Sarri“
Una fare asettico, alimentato anche dalla sottolineatura della stagione, che si scontra (ed anche in questo caso non senza sorprese), con la calorosa accoglienza di gran parte dei tifosi azzurri che in questi minuti stanno affollando siti e forum per commentare l’approdo del “napoletano nato in Toscana” sulla panchina azzurra.
Maurizio Sarri, a scapito del curriculum non eccelso, piace per il suo essere vero uomo di calcio, autentico. È apprezzato per la cura maniacale dei dettagli e quell’attenzione specifica alla fase difensiva, vero e proprio cruccio dei tifosi azzurri negli ultimi due anni. Come sempre il tempo sarà galantuomo e verranno fuori tutte le risposte e i retroscena. Galantuomo così come lo è Maurizio, nonostante l’animo toscano e la tuta d’ordinanza ad ogni partita.
E allora benvenuto mister, anzi, bentornato nella Napoli che ti ha dato i natali nel 1959 e che adesso ritrovi nel 2015 dopo un lungo viaggio a ritroso.
Antonio Allard (Twitter: @antonioallard1)
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